"E’ il numero uno, lo dicono le cifre Non fa la star: lui è quello che canta"

Roberto De Luca, ad di Live Nation Italia: "Ci conosciamo dal 1997: è riuscito a portarsi dietro anche i ragazzi di oggi"

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C’è un uomo che da un quarto di secolo ha il privilegio di lavorare fianco a fianco con Vasco Rossi, di organizzare con lui concerti in tutta Italia, e non solo. Si chiama Roberto De Luca ed è il presidente e amministratore delegato di Live Nation Italia, che ‘firma’ il tour.

"Ci conosciamo dal 1997 ‘ ricorda il promoter -. Venticinque anni di lavoro insieme. Il nostro è un rapporto professionale, ma non sarebbe nato un sodalizio del genere se non ci fosse stata stima nei miei confronti da parte sua".

Vasco è davvero il numero uno?

"Sì, lo dicono i numeri. Questo tour ha stabilito nuovi record. I 690mila biglietti venduti sono qualcosa che non era mai successo in Italia. Lui è l’unico in grado di esibirsi di fronte a un pubblico del genere. Ma il concerto di Vasco va al di là dei numeri. E’ un rito collettivo".

Un rito transgenerazionale , visto che a febbraio ha compiuto settant’anni. Il primo album è del 1978. Come si suol dire, tanti ragazzini che vanno ai suoi concerti e cantano le sue canzoni a memoria, non erano ancora nati. E non solo nel ‘78, ma neanche vent’anni dopo.

"Anche in questo è unico. Vasco ha ‘colpito’ anche i più giovani, portandoseli con sé in aggiunta a tutti gli altri".

Ma i giovanissimi non sentono solo rap e trap?

"Non credo, sono fenomeni che vanno affievolendosi. La musica continua a vivere soprattutto di rock e di pop. Basti citare il trionfo di Cesare Cremonini come ospite al Festival di Sanremo".

Il segreto di un successo così intenso e ‘longevo’ come se lo spiega?

"Vasco non ha ghiribizzi da star. E’ quello che canta. Questa autenticità va a toccare corde importanti. Lui parla la stessa lingua di chi lo viene ad ascoltare. Ma non vuole insegnare nulla, non si atteggia a Maestro. E’ questa la ragione fondamentale del suo immenso successo". Qualche tempo fa i media parlarono di un suo ritiro dalle scene.

"E’ stata un’interpretazione sbagliata della stampa. Lui disse che si dimetteva da rockstar. Perché non voleva assumere un certo tipo di atteggiamento".

Di rockstar ne ha conosciute molte Eric Bagnarelli dell’agenzia Comcerto, che fa parte della grande famiglia Live Nation. Lui è certo che Ancona "non sfigurerà" sotto i riflettori che si accendono ogni volta che Vasco si muove.

Un successo annunciato?

"C’è grande attesa per il concerto, molto interesse. Basta leggere i social. In fondo è l’evento clou di Ancona. A livello di numeri è qualcosa di imponente". Non deve essere facile gestire una cosa del genere. Allo stadio ci saranno 33mila persone, un terzo degli abitanti di Ancona...

"Sì, ma devo dire che mai come quest’anno c’è stata una collaborazione, un livello d’intesa così forte tra i soggetti coinvolti: Comune, forze dell’ordine, organizzatori".

Ma quando finirà ‘Albachiara’ tirerà un sospiro di sollievo?

"Veramente noi continueremo a lavorare fino al 29, giorno in cui lasceremo lo stadio. Il lavoro di smontaggio del palco inizierà alla mezzanotte di domenica. Ma la macchina è ben oliata. Grazie a una continua turnazione del personale non perdiamo neanche un minuto".

Proprio il 29 inizierà ‘Spilla’, con il concerto di Lodo Guenzi.

"Sì, un lavoro non meno interessante. ‘Spilla’ non è Vasco, ma ha sempre ospitato sia star internazionali che cose più di ricerca, talenti che poi si sono affermati. In tal senso è un evento molto trasversale".

Raimondo Montesi