Ecco "Bros" di Romeo Castellucci Sul palco gente presa dalla strada

Oggi e domani alle Muse il nuovo spettacolo di uno dei geni del teatro contemporaneo "Persone speciali che non sanno la parte ma la imparano mentre la eseguono in scena"

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Un nuovo spettacolo di Romeo Castellucci è già una grande notizia per chi ama il teatro contemporaneo. Ma al di là delle etichette resta il genio di un autore capace di colpire mente e cuore con l’esperienza di un teatro ‘totale’ che di sicuro non lascia indifferenti, se non altro per la sua originalità. Sarà così anche per ‘Bros’, in scena oggi e domani (ore 20.45) alle Muse di Ancona. Basti dire che sul palco, con Valer Dellakeza e ‘gli agenti’ Luca Nava e Sergio Scarlatella, ci saranno ventitré persone prese dalla strada. Sono "presenze speciali reclutate sul territorio", come si legge nella presentazione dello spettacolo, che "non hanno imparato la parte. La imparano mentre la eseguono. Tale esecuzione corrisponde all’esecuzione di ordini telecomandati". Tutti "hanno sottoscritto un patto in cui dichiarano di attenersi fedelmente ai comandi. Si tratta di un impegno che devono essere in grado di condurre fino in fondo. La coscienza si ferma qui. Poi comincia l’esperienza dell’alienazione, in cui eseguiranno azioni senza capire, né prepararsi". Questo tanto per capire con chi abbiamo a che fare. Ma se cercate una definizione più chiara di Romeo Castellucci potete prendere quella di Velia Papa, direttore di Marche Teatro, secondo la quale Castellucci è "il più famoso e celebrato regista italiano di teatro contemporaneo nel mondo". Ma ‘Bros’ non è un inno all’improvvisazione "eterodiretta". Si parla piuttosto di "una forma di abbandono, un votarsi, un annullarsi nella parte. Una parte che gli Attori non conoscono. Appaiono gesti intimi, a vederli dall’esterno, e lo sono, ma noi sappiamo anche che sono gesti intimati".

Difficile? In realtà "si tratta di azioni semplici, quotidiane, forse eccentriche perché fuori contesto, ma ben riconoscibili. Vi è una prepotenza dell’azione rispetto al pensiero, il quale non sembra avere alcuna importanza qui; il pensiero abdica al suo ruolo di causa che genera azioni, e pure a quello di giudice delle azioni appena compiute".

La domanda è: chi sono queste persone? "Nel loro essere individui sono, in realtà, simili, anzi somiglianti. Sono fratelli". A unirli è anche il costume di scena: la divisa tipica da poliziotto del cinema americano. E qui lo spettacolo si apre a nuove suggestioni ‘politiche’.

Raimondo Montesi