Enrico Letta lancia la rimonta dalle Muse: "Vinciamo e la Meloni sarà all’opposizione"

Il segretario nazionale del Pd con i suoi candidati marchigiani al Ridotto preferito alla piazza Roma scelta dalla leader di Fdi. Critico con Terzo Polo e Movimento 5 Stelle, ha parlato soprattutto di lavoro precario, costi dell’energia e ambiente a rischio

Migration

di Pierfrancesco Curzi

"Siamo tutti democratici e il 25 settembre vinceremo e la Meloni sarà all’opposizione". È un Enrico Letta sicuro di sé quello che ieri sera ha concluso la tappa anconetana della campagna elettorale. Il Pd ha scelto di lasciare piazza Roma, la stessa ‘usata’ da Giorgia Meloni alcune settimane fa per lanciare un appello accorato capace di risollevare le sorti di un voto che sembra segnato. Una piazza di cui si è appropriato Paragone e Italexit, mentre il segretario Dem ha incontrato i suoi elettori nello spazio intimo, se non stretto, del Ridotto delle Muse.

Il pomeriggio di Enrico Letta è iniziato pochi minuti dopo le 18 all’angolo tra via Leopardi e corso Stamira, luogo insolito e scenografia poco accogliente tra lo storico hotel Roma & Pace chiuso da anni e un cantiere. Ad attenderlo i vertici regionali del partito, alcuni candidati tra cui gli ‘anconetani’ Marco Bentivogli e Antonio Mastrovincenzo (due autentiche ovazioni al momento della loro presentazione in teatro), che lo hanno accompagnato al banchetto del Pd in corso Garibaldi. Qui il complicato punto-stampa e quindi la passeggiata fino a piazza della Repubblica e in teatro, fianco a fianco con Valeria Mancinelli: "I nostri grandi sindaci, Ricci (il sindaco di Pesaro, anche lui presente ovviamente, ndr) e Mancinelli" ha ricordato Letta che per il resto dell’appuntamento elettorale ha trattato prettamente temi nazionali. Dall’energia ai temi sociali, dai salari ai diritti civili, con una parola sempre pronta per la leader di Fratelli d’Italia: "Il salario minimo alla destra non piace – ha detto alla platea ammassata nei pochi metri quadrati del ridotto – Dobbiamo riprendere il filo del lavoro e coi lavoratori, fare attenzione al lavoro povero, ai 4,3 milioni di italiani con salari inferiori e tenere d’occhio l’inflazione. Lo ammetto, in passato abbiamo pensato poco ai precariato. Sull’energia bisogna puntare alle rinnovabili e colpire adesso gli extraprofitti, ne va della salute delle famiglie e delle nostre imprese, ora in ginocchio. Bloccare subito, prima delle elezioni, il prezzo delle bollette, disallineare i costi delle rinnovabili da quelli del gas e raddoppiare il credito d’imposta".

L’unico riferimento al conflitto in Ucraina Letta lo ha racchiuso in un’immagine a lui gradita: "Il nostro premier Draghi in treno verso Kiev assieme a Macron e Scholz: ecco, lì ho capito quanto conta l’Italia in Europa". Il segretario del Pd poi si è rivolto ai presenti chiedendo loro un compito: "Parlate con i nostri giovani, i 18enni, di temi come i diritti civili e i temi etici, ma anche dell’ambiente su cui la posizione della destra è negazionista. La più grande vergogna provata? Non essere riusciti a far passare la legge sullo Ius Scholae…" e qui le parole di Letta sono state interrotte dalle offese di un agitato spettatore, accompagnato fuori dal teatro dal servizio d’ordine.

Per Terzo polo e M5s, il segretario Pd segue la strategia dell’ariete: "Calenda e Renzi usano Draghi per lucrare uno 0,5% in più". E poi: "C’è stata la volontà di due leader, Conte e Calenda, di andare da soli, perché hanno immaginato di contrastare la difficoltà che avevano con un ritorno alla purezza originaria. Il loro obiettivo è cancellarci e toglierci lo spazio politico che abbiamo. Stiamo combattendo una battaglia doppia e impegnativa".

L’ultimo appello Enrico Letta lo ha dedicato al voto nei seggi uninominali prendendo ad esempio quello di Sesto San Giovanni, in Lombardia: "Lì il nostro Emanuele Fiano, figlio di un deportato sopravvissuto ad Auschwitz, sfiderà Isabella Rauti. Nei collegi uninominali vince uno solo e il rischio è anche quello di Sesto San Giovanni. Per questo vi dico di votare i nostri candidati delle Marche tra dieci giorni". Molti erano presenti ieri sera, ma spiccava l’assenza di Alessia Morani.