Era il terrore del Piano, stangata alla famiglia

Case occupate, spaccio di droga ed estorsioni anche a disabili: la "cupola" Rom condannata a 20 anni complessivi di carcere

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di Marina Verdenelli

Erano diventati il terrore del Piano. Case dell’Erap occupate, minacce ai tossici della città per comprare da loro la droga e raggiri a disabili per indurli a fare finanziamenti per beni di lusso come auto e televisioni che poi finivano nelle loro mani. Si è chiusa con una maxi condanna l’operazione "San Lazzaro" che a maggio del 2019 portò la Squadra mobile dorica a smantellare una cupola rom intenzionata a dominare e controllare il mercato della droga e dello spaccio nel capoluogo dorico grazie alla complicità di una serie di pusher. Ai quattro, madre, padre e due figli, è stata inflitta una pena complessiva di quasi 20 anni di carcere. La sentenza è arrivata giovedì davanti al gup Paola Moscaroli dove la famiglia, difesa dall’avvocato Silvia Pennucci, procedeva con il rito abbreviato. Angelo Spinelli, 52 anni, ha preso 7 anni, 6 mesi e 20 giorni di carcere oltre a 3mila euro di multa. La moglie Angela Di Rocco, 52 anni, è stata condannata a 4 anni e 10 mesi più 1.600 euro di multa. Per i figli della coppia il gup ha condannato Guerrino Spinelli, 28 anni e il fratello Guido, 24 anni, a 3 anni e 8 mesi di prigione più 1.200 euro di multa ciascuno. Sulla famiglia è caduta l’associazione a delinquere, inizialmente contestata. Le accuse per loro andavano dall’estorsione alle lesioni aggravate, dal reato di sostituzione di persona ed episodi di spaccio e poi lo stalking e la circonvenzione d’incapace finalizzata alla truffa. Per alcuni episodi sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

La maxi condanna arriva a due anni dall’operazione di polizia. Il pm Rosario Lioniello aveva chiesto per la famiglia rom otto anni di carcere a testa. Il rito abbreviato giovedì è stato scelto anche da altri due imputati nel procedimento, un marocchino di 38 anni, condannato ad 1 anno e una cecoslovacca di 52 anni condannata a 10 mesi di carcere. Erano accusati di alcuni episodi di spaccio. Un’altra imputata, un’anconetana di 49 anni a cui venivano contestato sempre lo spaccio, ha patteggiato ad 8 mesi. In 5, che non hanno fatto richieste di riti alternativi, sono stati rinviati a giudizio e per loro inizierà il processo il 3 febbraio del 2022. Sono una foggiana di 46 anni, un cubano 30enne, un tunisino di 38 anni, un peruviano 43 anni, un cecoslovacco 52 anni, e un altro tunisino di 31 anni, tutti residenti ad Ancona, dediti sempre allo spaccio di cocaina ed eroina.

La Squadra mobile aveva indagato per mesi sulla banda dedita allo spaccio e sulla famiglia rom che prendeva di mira persone fragili. Stando alle accuse Angelo Spinelli era quello che minacciava le vittime mentre la moglie era quella che andava a riscuotere i soldi delle estorsioni. I figli avrebbero appoggiato il padre. A chi aveva provato a ribellarsi avrebbero detto "se chiami i carabinieri e ci denunci ti ammazziamo davanti a loro". Un disabile sarebbe stato indotto a lasciare l’appartamento Erap in piazza d’Armi poi diventato l’alloggio di parenti dei rom. Solo una delle vittime si è costituita parte civile con l’avvocato Paolo Tartuferi.