Esalazioni a Falconara, indagati i vertici Api

La Procura ha inviato 16 avvisi di garanzia dopo l'incidente

I cittadini protestano

I cittadini protestano

Ancona, 18 maggio 2018 - Sono stati notificati ieri 16 avvisi di garanzia per l’incidente accaduto l’11 aprile al serbatoio TK61 della raffineria Api, dove un trafilamento di nafta dal tetto della cisterna ha provocato per giorni esalazioni coincise con alti picchi orari di concentrazione di benzene e altri idrocarburi nell’aria. Il procuratore Irene Bilotta ipotizza nei confronti dell’amministratore delegato Giancarlo Cogliati e di altre 15 persone tra cui i vertici dell’azienda i reati di getto pericoloso di cose (per le esalazioni sprigionate nell’aria), reati ambientali anch’essi colposi, lesioni personali colpose come conseguenza dei reati precedenti. Per l’ultimo indagato l’accusa è anche quella del mancato rispetto delle norme per la sicurezza sul lavoro. La notifica è avvenuta in preparazione di un accertamento irripetibile che tenderà a far luce sulle circostanze dell’incidente e i carabinieri della Tenenza di Falconara e del Noe di Ancona, che indagano su delega della Procura, hanno depositato il documento al Comune di Falconara e a quello di Ancona, dove tutti i cittadini che avevano sporto querela potranno avere una copia.

Sono 1.035 le parti lese (ossia i soggetti che ad aprile si sono presentati alla Tenenza dei carabinieri di Falconara per depositare la loro denuncia) e per questo i militari hanno scelto la modalità della notifica ai cittadini interessati attraverso lo strumento del pubblico annuncio. Le stesse parti offese potranno prendere parte all’accertamento nominando un proprio consulente anche in forma associata. Gli accertamenti, così come la consulenza affidata dalla Procura a un ingegnere esperto in materia ambientale, tendono a stabilire le cause che hanno fatto inclinare il tetto del serbatoio, che ha ‘imbarcato’ la nafta contenuta all’interno, poi rimasta sul tetto. Si tratta di una sostanza volatile che ha prodotto ondate di esalazioni che hanno raggiunto anche Senigallia e Ancona.

«Gli avvisi di garanzia ricevuti oggi – commenta l’azienda in una nota – sono un atto dovuto che ci aspettavamo a seguito dell’evento al serbatoio TK61. Abbiamo gestito l’evento di aprile con la massima trasparenza fin dal primo giorno, condividendo con gli inquirenti e con tutti gli enti coinvolti ogni dato e informazione rilevante sull’avvenimento. Essendo in corso un’inchiesta, nel rispetto della magistratura e dei colleghi coinvolti riteniamo di astenerci da ogni commento finché i fatti non saranno chiariti. Probabilmente gli inquirenti hanno inteso comprenderne più d’uno per assicurare all’indagine la massima accuratezza. Anche nei prossimi passi della vicenda non ci sottrarremo a ogni approfondimento. Riponendo fiducia nell’autorità giudiziaria».

Anche il Comune di Falconara, così come i singoli cittadini e le associazioni del territorio, aveva presentato denuncia e ora si trova nella doppia veste di parte lesa e ente cui è stato demandato il compito di consegnare copie degli atti ai cittadini, «esclusivamente – precisa il sindaco Goffredo Brandoni – a quelli che dimostrino di averne diritto».