Gran finale per l’Adriatico Mediterraneo Festival di Ancona. Oggi (ore 21.30) Eugenio Bennato porterà all’Anfiteatro romano il suo concerto ‘Musica del Mondo’, a dodici anni da un’altra sua storica esibizione, nella stessa location, e sempre per il festival dorico.
Bennato, è vero che proprio il luogo del concerto ha contribuito a convincerla a venire?
"Questa data è ‘difficile’, perché il giorno prima e quello dopo sono in tour in Sicilia. Ma vengo ad Ancona con grande gioia, per vari motivi. Sono legatissimo a questa città, perché il suo ‘Festival della chitarra’ fu il primo a cui partecipai. Qui conosco tanti musicisti, e qui tutti i miei ultimi concerti hanno raggiunto il tutto esaurito. Ricordo bene quello del 2012 all’anfiteatro, un luogo bellissimo".
E qui porterà la ‘Musica del Mondo’, titolo del suo nuovo singolo?
"E’ un progetto nato in occasione del mio ultimo viaggio in India, dove ho tenuto diversi concerti, e dove ho conosciuto grandi musicisti. Con lo Yar Mohammad Group l’intesa è nata dopo cinque minuti. Tanto che la mattina dopo eravamo in sala di registrazione a lavorare insieme. Il gruppo ha collaborato alla realizzazione del singolo".
E’ la magia di quel linguaggio universale che è la musica?
"La musica è in grado di generare un senso di fratellanza".
Ce ne sarebbe bisogno, visti i tempi. Ma la musica può davvero cambiare il mondo?
"Non credo che possa interferire con le decisioni politiche, ma a livello di coscienza pubblica sì, può cambiare le cose". Qualche anticipazione sul concerto?
"Ho tante cose nuove da proporre, ma non posso privare il pubblico dei capisaldi della mia carriera, da ‘Brigante se more’ a ‘E che Mediterraneo sia’, oltre a ‘Taranta Power’".
La straordinaria esperienza della Nuova Compagnia di Canto Popolare ha dato il via alla riscoperta della tradizione musicale italiana. Come ricorda quel periodo?
"Tutto nacque da un gruppo di amici della periferia di Napoli. Venivamo dal rock e dal blues, ma fummo conquistati dalla bellezza della musica popolare. Ci sono melodie dei monti del Gargano che hanno una purezza unica. Il successo che ha la taranta dimostra che eravamo nella direzione giusta".
Non c’è il rischio che venga snaturato il vero spirito di questa musica?
"No, questo rischio è paventato solo dai puristi e dai conservatori, i quali non capiscono che la musica va al passo con i tempi".
Raimondo Montesi