Senigallia, stupri e olio bollente sulla ex. Condannato

Il 38enne la picchiava se tornava tardi dal lavoro e le diceva quali vestiti indossare

Violenza in famiglia

Violenza in famiglia

Senigallia (Ancona), 14 dicembre 2017 - Accecato dalla gelosia, picchiava la compagna se rientrava tardi dal lavoro, la costringeva a subire rapporti sessuali contro la sua volontà, le faceva scenate se chattava al telefono e le imponeva i vestiti da indossare. Con l’accusa di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti in famiglia è stato condannato ieri a quattro anni di reclusione un operaio 38enne originario di San Giovanni Rotondo, residente nel Senigalliese, processato con giudizio immediato per le vessazioni e le violenze inflitte alla ex convivente tra settembre e dicembre 2016.

L’uomo è stato anche condannato a risarcire con 20mila euro la vittima, una donna di 43 anni anche lei residente nel Senigalliese, difesa dall’avvocato Federica Guarrella. Il sostituto procuratore Serena Bizzarri aveva chiesto per l’imputato una condanna a 6 anni: aveva contestato anche il sequestro di persona perché la vittima ha raccontato che il compagno la chiudeva in casa di notte, per impedire che uscisse quando lui non c’era. Accusa che secondo i giudici non è stata provata attraverso il processo. La storia d’amore tra i due protagonisti era cominciata nell’agosto dell’anno scorso, quando l’operaio si era trasferito nella casa accanto a quella della vittima.

Nel giro di un mese i due avevano deciso di vivere insieme nell’appartamento della donna, che lavora per un’impresa di pulizie. Dopo poche settimane di convivenza però il sogno d’amore aveva cominciato a dissolversi: la 43enne non poteva più gestire le relazioni con gli amici, nemmeno virtuali, indossare gli abiti che preferiva, attardarsi a fare quattro chiacchiere con le colleghe senza scatenare le reprimende del convivente, che non esitava a picchiarla. Una collega aveva notato le ecchimosi sul corpo della donna, che alla fine aveva confidato delle percosse subite, ma non voleva denunciare il compagno. In un’occasione l’uomo le avrebbe lanciato addosso una teglia con olio bollente, mentre per due volte l’avrebbe costretta a rapporti sessuali anche contro natura. L’epilogo il 6 dicembre 2016, quando il 38enne picchiò la 43enne e le sbatté la testa contro il water, costringendola a ricorrere al pronto soccorso. Fu il medico che la visitò a far partire l’indagine per maltrattamenti, che sfociò in un divieto di avvicinamento e quindi nel processo.