Fabriano, la gemella Galea: l’omicidio della madre e il carcere psichiatrico

Consuelo Galea, giudicata incapace di intendere e volere, si è sempre proclamata innocente

Fabriano, la villetta dove fu trovata morta con il cranio fracassato Maria Bruna Brutti, nel 2014

Fabriano, la villetta dove fu trovata morta con il cranio fracassato Maria Bruna Brutti, nel 2014

Fabriano (Ancona), 4 giugno 2023 – Nove anni fa - il 25 luglio del 2014 - la sorella gemella di Alessandra Galea - 50 anni, attualmente in stato di fermo con l'accusa di aver ucciso il compagno colpendolo con una abat jour a Fabriano - , uccise la madre la 76enne Maria Bruna Brutti fracassandole la testa con il calcio di un fucile per soft-air, sempre a Fabriano.

La donna, Consuelo Galea, all'epoca poco più che 40enne nel 2015 era stata poi prosciolta per incapacità totale, con 10 anni da scontare in un ospedale psichiatrico giudiziario.

Il gup Paola Moscaroli, pur convinta della colpevolezza della donna, processata con rito abbreviato, aveva preso atto della diagnosi del professor Gabriele Borsetti, consulente della Procura, secondo il quale la donna soffriva di schizofrenia e bipolarismo.

Consuelo si trovava a Fabriano dopo aver ricevuto lo sfratto da San Lazzaro (Bologna) dove abitava con il figlio 16enne e i sue 13 gatti. Si asserragliò in auto rifiutandosi di uscire.

Sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio, vene ricoverata per una decina di giorni in una struttura e poi dimessa.

In quello stato di sofferenza era tornata a vivere nelle Marche dall'anziana madre, poi la tragedia per la quale si è sempre professata innocente.