Fase 2 Ancona, dal parrucchiere a 102 anni. "Ci tengo ai miei capelli, subito nel salone"

Nonna Ida e l’esempio: "Paura del contagio? Ho visto la spagnola"

Nonna Ida nel salone di Gabriella Gubinelli a Fabriano durante la tanto attesa seduta

Nonna Ida nel salone di Gabriella Gubinelli a Fabriano durante la tanto attesa seduta

Fabriano (Ancona), 19 maggio 2020 - "Tre mesi senza farsi i capelli sono troppi, non posso più vedermi così". La fabrianese Ida Cucco, 103 anni da compiere a ottobre, nei giorni scorsi ha ‘stalkerizzato’ a lungo la figlia Loretta Bartocci, praticamente obbligandola a prenotare taglio e messa in piega già nel primo giorno della riapertura. E così è stato. "Venerdì – rivela Loretta – ho preso appuntamento per lunedì mattina e alle 11 ci siamo presentate puntuali nel locale". Mascherina al mento, nonna Ida non ha avuto alcun timore di sedersi su quella poltrona, che anzi anelava ormai da svariate settimane, proprio perché si sentiva in forte disagio senza la necessaria cura della sua acconciatura a cui continua a tenere moltissimo.

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«Paura del contagio da virus? Quando mai. Mia madre – spiega Loretta – è nata nel 1917, in piena epidemia della ‘spagnola’ e magari già allora potrebbe aver maturato anticorpi tali da resistere a pestilenze ed epidemie, visto che in questo periodo di Covid non ha avuto alcun disturbo e le sue condizioni di salute sono sempre rimaste buone. Anzi, ha continuato a pensare positivo, al punto che non vedeva l’ora di affidare i suoi capelli ad una professionista".

Tanta felicità da parte di Gabriella Gubinelli che gestisce l’omonimo salone di via Cavallotti a Fabriano nell’avere tra le primissime clienti nel ‘giorno uno’ della ripartenza proprio l’arzilla anziana. "Ida è una cliente storica nel mio locale: mi segue ormai da 50 anni", mostra tutta la sua soddisfazione la parrucchiera perché il restart è coinciso con l’arrivo di un’utente davvero speciale. Talmente speciale che la stessa Gabriella ha poi chiesto alcune foto a nonna Ida, una delle quali verrà stampata e posizionata in negozio, proprio per certificare la fedeltà dell’anziana e la sua grande determinazione nel tenere al look anche in età così avanzata e in un periodo tanto delicato. Del resto la nonnina di ferro dev’essere pronta, anche esteticamente, alle future sfide che la attendono, comprese quelle del sapere. Ida, infatti, è un’allieva storica dell’Università Popolare cittadina, ovvero l’ateneo per adulti che ogni anno propone corsi e lezioni su diverse materie dalla storia al teatro, dallo sport all’arte. "È proprio vero – commenta la presidente dell’ateneo fabrianese Fernanda Dirella – che la bellezza di una donna non ha età, stagioni, tempo. Abbiamo davanti a noi un esempio di come ci si rialza e come si riparte. A Ida va il grazie della nostra università".

Una giornata da ricordare insomma, per una cliente doc, ma anche per tutta la categoria commerciale della città di Fabriano, già profondamente colpita dalla crisi prima della pandemia e ieri regalatasi un lunedì dal sapore di rinascita per le saracinesche tornate ad alzarsi. "Francamente l’afflusso è stato buono e anche superiore alle attese, considerata la giornata grigia e lavorativa", il commento emozionato di Mauro Bartolozzi, presidente di Confcommercio Fabriano e titolare del negozio di arredamenti casalinghi ed elettronica ‘Casabella’ in pieno centro storico operativo dal lotano 1959. "Noi stavolta abbiamo deciso di essere in servizio sin dal mattino, qualche altro ha scelto l’orario continuato, perché da parte della categoria c’è davvero voglia di tornare a dare un servizio".

Tanto che lo stesso Bartolozzi non è riuscito a frenare le lacrime di gioia. "Alla mia età non pensavo di potermi commuovere così e piangere come un bambino davanti alla serranda che si rialza dopo due mesi e mezzo. Chi non fa il nostro lavoro, difficilmente può capire quanto vale una giornata come quella che hanno vissuto negozianti di ogni categoria merceologica finalmente tornati alla loro quotidianità, pur con non poche accortezze. Sappiamo che ci attende un futuro ancora difficile e davanti a noi avremo un modo di lavorare diverso da quello abituale, eppure questo minimo di normalità ha un valore enorme".