Federico Puglielli: "Basta, mi sono licenziato per vivere con la musica"

La storia del falconarese di 27 anni, che ha lasciato l’hotel dove era stato assunto per fare l’artista di strada: "Oggi a Roma, domani vedremo"

Federico Puglielli, in arte “Puje”

Federico Puglielli, in arte “Puje”

Ancona, 5 luglio 2022 - Dalla hall di un hotel del centro di Ancona a suonare nei locali e per strada nella Capitale, Roma. Per Federico Puglielli, giovane musicista, il passo (non) è stato breve. "Ma è un passo che ho dovuto compiere, avendo ormai 27 anni, perché mi sono detto: se non ora, quando mi capiterà più?". E lo ha fatto veramente, impugnando la sua inseparabile chitarra, zaino in spalla e partendo per una nuova avventura. Che in apparenza, ovviamente, poteva sembrare potenzialmente folle. Poteva sembrare, appunto. Non per lui che, seppure avesse un posto di lavoro stabile, ha scelto la strada più difficile, ma altrettanto ambiziosa: "Faccio mio il detto che la vita è troppo breve per avere rimpianti. Nel cuore e nella testa sentivo che era il momento giusto per provare a dedicarmi, a tempo pieno, alla professione del musicista". Professione che effettivamente non la si studia soltanto sui libri (dice Federico: "La musica ha il fascino dell’imprendibilità, non la si padroneggia mai del tutto ma sa travolgerti in ogni circostanza".

Ma anche e soprattutto con tanta pratica, che in questo caso fa rima con gavetta. “Puje”, come si fa chiamare in particolar modo dagli amici, di gavetta ne ha già fatta un bel po’. Ha cominciato da bimbo a prendere lezioni private di chitarra ed è stato un colpo di fulmine con lo strumento: non se n’è più separato. Poi si è fatto attrarre dalla passione per “mettere i dischi” e ha continuato per anni da deejay, contaminandosi di esperienze, in materia di produzioni (proprie e altrui), e collaborazioni, con artisti locali e da fuori regione. Adesso questa nuova stimolante sfida a Roma: "Dove sostanzialmente non faccio altro che suonare, suonare e suonare. Sin dal mattino, per poi dedicarmi qualche ora alla teoria e ai libri. Il pomeriggio, invece, sono fuori per esibirmi in giro – continua – Con Pablo (il cantante che lo accompagna nel viaggio, ndr), appena arrivati un paio di mesi fa, abbiamo subito richiesto e ottenuto il permesso concesso dalla Polizia locale agli artisti di strada. Di solito suoniamo nella suggestiva zona del Pantheon. La sera, invece, ci alterniamo in alcuni bar o ristoranti che ci ospitano, a volte anche per i talent musicali".

Il sogno di affermarsi in questo mondo, inutile negarlo, c’è. Lui e la sua chitarra. "Quando ho scelto di licenziarmi da receptionist mi sono confrontato con due scuole di pensiero differenti delle persone – spiega – La prima è: chi te lo fa fare? È rischioso. A loro rispondo in automatico: la passione per la musica e la voglia di mettermi in gioco. La seconda ricorrente: complimenti, il tuo coraggio è ammirevole. Che sicuramente preferisco, ma il coraggio non basta. Serve formazione, costanza, impegno. E soprattutto una convinzione: finché vivrò, suonerò. Oggi a Roma, domani chi lo sa".

Di concreto, per ora, c’è che Federico sta collaborando con diversi artisti per quanto concerne la parte creativa e i concerti, le due peculiarità del suo “nuovo” lavoro. La sinergia principale è con il cantante Pablo Zaccaria Salera (che originario di Falconara proprio come lui) con il quale ha fondato gli Hawkesi quattro anni fa. Una band costruita in una sala prove di Castelferretti e che, già nel nome, certifica una certa appartenenza al territorio: "“Hawk” (falco, in inglese) più “esi” è la traduzione azzardata di falconaresi – sorride Puje – Considerata la mia permanenza a Roma, per un periodo non definito, al momento il progetto è solo in stand by".