Strage di Corinaldo, Fedez: “Quella notte lo scenario peggiore”

Strage alla Lanterna azzurra, testimone anche Sfera Ebbasta: “Lo spray al peperoncino usato per rubare? Un problema noto: bastava controllare all’ingresso”

Corinaldo (Ancona), 24 marzo 2023 – Fedez e Sfera Ebbasta ascoltati come testimoni (foto) nel processo bis per la strage alla Lanterna Azzurra costata la vita a 5 ragazzini e a una giovane mamma. Hanno parlato di cachet, di locali strapieni, della ‘moda’ dello spray al peperoncino per rubare le catenine. Nessuno dei due era nella discoteca di Corinaldo quando si è consumata la tragedia, notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018. Sfera, finita l'esibizione a Rimini, stava per arrivare: era a circa un chilometro di distanza.

“Una sera ero sul palco quando il concerto è stato interrotto – spiega Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, parlando dello spray al peperoncino  –. L'esibizione era già iniziata, hanno iniziato tutti a uscire, si sentiva non puzza, ma non si riusciva a respirare, la gola e gli occhi bruciavano, la gente iniziava ad agitarsi”.

I due rapper hanno parlato di quella terribile serata alla Lanterna Azzurra in cui sono morti 5 ragazzini e una giovane mamma. Sfera Ebbasta: "Ero sul palco quando l'aria è diventata irrespirabile e la musica è stata interrotta". Foto di Antic

Sfera Ebbasta ha iniziato la sua deposizione nel pomeriggio, mentre in mattinata aveva parlato Fedez (video) arrivato in anticipo rispetto all’orario previsto (processo iniziato alle 10,32) eludendo la stampa. I due sono stati chiamati nell’ambito del processo bis che mira a delineare eventuali responsabilità per la tragedia della Lanterna Azzurra, in cui morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Sfera ricorda che, insieme allo staff con diversi van, erano arrivati a un chilometro dal locale quando vennero informati dei problemi che c'erano stati: il manager andò a piedi fino alla discoteca e seppe della tragedia, poi tornarono in albergo.

"Lo spray e i furti: problema noto”

"Lo spray era una problematica dell'ambiente discoteca: - aggiunge Sfera Ebbasta -, era legato a furti di collanine, per creare panico. Chiunque frequentava un ambiente notturno ha avuto esperienza del genere indipendente dal locale e dal genere musicale. Se avessero controllato all'ingresso il possesso di spray non sarebbe successo nulla”.

Fedez: lo scenario peggiore

In mattinata Fedez, in sobrio ‘total black’, cappotto e mocassini neri, aveva già incontrato in un’aula protetta i parenti delle vittime, prima le figlie di Paolo Curi, Dora e Gemma (di 11 e 15 anni, quest’ultima era alla Lanterna Azzurra quella sera assieme alla mamma Eleonora Girolimini che morì nella calca) poi Francesco Vitali, fratello di Benedetta. 

Fedez Paolo Curi e la figlia Dora: alla Lanterna azzurra è morta la mamma Eleonora Girolimini
Fedez Paolo Curi e la figlia Dora: alla Lanterna azzurra è morta la mamma Eleonora Girolimini

Quella sera – spiega Fedez – si verificò lo “scenario peggiore”. Il pm Paolo Gubinelli ha chiesto a Fedez, il primo a testimoniare, di riferire sull’affollamento della discoteca. L’artista ha spiegato che “se abbiamo un locale con un certo tipo di capacità e l’artista viene venduto ad un certo prezzo, per esempio se lo vendono a 30/20 mila euro per un locale che contiene 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il titolare deve strariempire il locale. Non dico prevedere una tragedia ma problemi di qualche tipo. Almeno uno svenimento ci sarebbe stato”.

Fedez è stato chiamato a rispondere sulle condizioni del locale, delle quali però non aveva memoria, perché si era esibito due volte in dj-set alla Lanterna nel 2015 (486 biglietti venduti) e 2016 (586 biglietti). In un'intervista in tv il rapper aveva parlato dello "scenario peggiore” accaduto la sera della tragedia a Corinaldo: in aula, rispondendo ai pm, ha confermato il senso delle sue parole a proposito del prevedibile sovraffollamento del locale: “cachet alto, spesa bassa per i biglietti (20 euro, ndr) e capienza limitata (500 posti, ndr)”.

"Ho fatto così tante tappe che non ho un ricordo nitido che possa essere utile alla corte". Così Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, davanti al giudice Francesca Pizzi. La sua testimonianza è durata poco meno di un'ora. "Se non ho un ricordo specifico - ha aggiunto, incalzato dal piemme Paolo Gubinelli - penso di essere abbastanza tranquillo nell'asserire che fosse stata una data tranquilla, perché ho avuto esperienze di date gestite male e quella della 'Lanterna' non rientra tra quelle critiche". Fedez ha anche sottolineato come nella sua carriera artistica "non siano mai verificati situazioni in cui veniva spruzzato spray al peperoncino". "Faccio una mia piccola valutazione - ha poi detto -, perché credo che questo sia collegato ad una certa tipologia di artisti e a una certa tipologia temporale. Tanto tempo fa non c'era la moda dello spray al peperoncino e quando esplose questa malsana usanza, comunque sia, in nessun tipo di mio concerto si è verificata, ma vedevo che altre tipologie di artisti venivano coinvolti".

L’appello: fate una serata benefica

"Sarebbe bello, un bel pensiero” se “Sfera Ebbasta e Fedez” si “unissero tra di loro” per “organizzare una serata e poi, soprattutto, dall'incasso devolvere una parte per acquistare due ambulanze, una per la provincia di Ancona e una per la provincia di Pesaro”: è l'appello lanciato da Giuseppe Orlandi, papà di Mattia, morto a 15 anni in quella nerissima notte tra il 7 e l'8 dicembre del 2018.