
La vertenza sui tavoli romani
Sono state le organizzazioni sindacali Cgil Flc, Fistel Cisl e Uilcom a rappresentare la situazione del Gruppo Fedrigoni nell’Area Marche. "E’ sostanzialmente priva di una strategia industriale e di investimenti che possano garantirne la sopravvivenza e la continuità a Fabriano e nella regione", hanno detto. Preoccupata la sindaca Daniela Ghergo che chiederà presto formalmente al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso di riconvocare il tavolo nazionale di confronto: "Nei prossimi giorni convocheremo il tavolo comunale del lavoro, chiedendo alla Regione Marche di prendervi parte per fare il punto di una vicenda che non sta procedendo secondo gli accordi presi ormai sei mesi fa, al fine di salvaguardare il settore carta a Fabriano e nei siti della regione", aggiunge.
I sindacati invocano un nuovo tavolo al Mimit per mettere un punto alla diminuzione della forza lavoro nei reparti ancora operativi delle Cartiere. Nei mesi scorsi, dopo la chiusura del tavolo regionale e la formalizzazione dell’accordo tra azienda, regione e sindacati, Ghergo e sindacati hanno assistito a diverse rassicurazioni sull’intenzione della società di salvaguardare l’area Marche e Fabriano in particolare: "Se nonostante l’annuncio di ulteriori inserimenti di lavoratori nel settore delle carte di sicurezza, non c’è ad oggi un piano concreto di sviluppo né un riequilibrio territoriale che possa garantire continuità produttiva e occupazionale per i lavoratori della Regione – continua la sindaca -, significa da parte dell’azienda una sostanziale sconfessione degli impegni assunti lo scorso mese di dicembre. E dimostrerebbe purtroppo il fondamento dei timori, il pericolo di un sostanziale disimpegno di Fedrigoni nell’Area".
I segnali di allarme che giungono dai lavoratori ingenerano il timore che, dietro il tentativo di cedere il marchio "Fabriano" per la produzione di carta da ufficio a un produttore tedesco, seguito dall’annuncio della vendita della macchina a ciclo continuo F3 che la società si era invece impegnata a manutenere per tutto il 2025, ci sia, sostiene fermamente il primo cittadino, una strategia volta alla dismissione dell’intero settore nell’Area Marche.
"Le ricollocazioni non stanno avvenendo, i contratti dei lavoratori di Giano in distacco presso Fedrigoni continuano ad essere temporanei, la formazione per le persone in cassa integrazione non è ancora partita, si riducono i lavoratori addetti alla gestione dell’energia e ad una delle linee produttive che avrebbe dovuto essere potenziata. Le incertezze dell’azienda rischiano di ampliare il numero dei lavoratori in cassa integrazione e di allungare i tempi oltre la scadenza di fine anno. Sono tutti elementi che lasciano intendere un progressivo disinteresse da parte di chi, invece, si è assunto l’impegno del rafforzamento".