Fidanzatini killer, ecco cosa scrive la 16enne ai parenti

Delitto di via Crivelli, i rimorsi della ragazzina in cella: "Mi mancano mamma e papà"

AMORE CRIMINALE  Antonio Tagliata e la sua fidanzatina

AMORE CRIMINALE Antonio Tagliata e la sua fidanzatina

Ancona, 31 dicembre 2015 - «Mi mancano mamma e papà. Le mie compagne ricevono le visite dei loro genitori, io non li rivedrò più». Sfoga il suo dolore nelle lettere la 16enne di Ancona accusata di concorso nell’omicidio dei suoi genitori – il maresciallo dell’Aeronautica Fabio Giacconi e la moglie Roberta Pierini –, uccisi a colpi di pistola dal suo fidanzatino, il 18enne Antonio Tagliata, il 7 novembre scorso.

La ragazzina, pochi giorni dopo il delitto, è stata rinchiusa nel carcere minorile di Napoli dove è detenuta tuttora, ma si tiene in contatto con i familiari attraverso le lettere, che può scrivere liberamente, mentre le è concessa una sola telefonata a settimana e 6 ore di visita al mese. L’adolescente scrive delle sue giornate nell’istituto di pena, del suo dolore nel vedere le altre giovani detenute abbracciare i rispettivi genitori, chiede ai parenti cosa accade fuori, ricorda le tante cose che faceva con la madre, con la quale viveva quasi in simbiosi. «Facevamo tutto insieme, non posso credere che non ci siano più». Del giorno della sparatoria ha un ricordo confuso: «Il rumore assordante delle deflagrazioni, il fumo degli spari».   È stato il giorno della vigilia che, tra la ragazzina e i familiari della madre, è come caduto un muro, una barriera psicologica che fino a quel momento l’aveva mantenuta quasi distaccata dalla realtà. I parenti, durante le festività, non l’hanno lasciata sola: sono rimasti con lei nel pomeriggio del 24 dicembre e sono tornati a trovarla nel giorno di Santo Stefano, per farle sentire tutta la loro vicinanza. Un gesto importante per l’adolescente specie in un periodo, quello natalizio, in cui il calore della famiglia diventa fondamentale. Stretta nel bozzolo degli affetti, la 16enne ha capito così che i cugini, gli zii e il nonno sono dalla sua parte e non la giudicano responsabile del duplice delitto. Il pomeriggio della vigilia, in particolare, nell’abbracciare il cugino e gli zii è scoppiata in un pianto dirotto

«Temevo che non mi voleste più bene, che mi giudicaste responsabile», ha confessato tra i singhiozzi. Per starle vicini tanto alla vigilia, che nel giorno di Santo Stefano, i familiari hanno trascorso il Natale a Napoli: «È stato meglio così anche per noi – racconta un cugino –. In genere ci riunivamo anche con Roberta e Fabio, che ora non ci sono più. Invece abbiamo fatto qualcosa di diverso e ci siamo in un certo senso distratti». A rendere possibile questa vicinanza, anche la disponibilità dell’Aeronautica militare, che ha messo a disposizione due alloggi per le due notti in cui i parenti di Roberta Pierini sono rimasti nel capoluogo campano.   Da tempo, però, la 16enne non chiede più del fidanzatino, di cui anche nel giorno dell’arresto si diceva innamoratissima. Ora a dividerli, a quanto pare, non ci sono solo i chilometri che separano il penitenziario minorile di Napoli dal carcere di Ascoli Piceno, dove il giovane Tagliata si trova rinchiuso.