"Filisetti, il solito nostalgico: la storia non si ribalta"

Filisetti ci riprova, da gran maestro del copia e incolla, replica con un lungo giro di parole quanto scritto lo scorso anno nella stessa occasione. Il monotono Direttore, incurante del vespaio sollevato in precedenza, cerca di mettere sullo stesso piano i fascisti che vollero la guerra, i soldati che la combatterono, loro malgrado, la resistenza che lottò strenuamente per liberare il Paese oppresso dalla dittatura ed in supporto agli alleati. Confuso, ma tenace, egli è il solito nostalgico, palesemente schierato, non perde occasione per raccontare la storia a suo modo, nel disperato tentativo di revisione che una parte politica, erede della disfatta, vorrebbe. Come se il 25 Aprile avesse segnato il giorno della liberazione per gli oppressori quanto per gli oppressi, con un insensato colpo di spugna, nel deplorevole tentativo di condizionare i pensieri dei giovani in formazione. Un pessimo esempio a riprova ulteriore che le idee fisse sono perniciose e fuorvianti. Mettere nelle mani di chi ricopre un tale ruolo la libertà di esternare farneticamenti vestiti di ufficialità è pericoloso e rende colpevoli anche coloro che l’hanno finora consentito. Azione condanna il reiterato tentativo di ribaltare fatti storicizzati e inconfutabili. A questo si aggiunge il biasimo nel veder messa in pratica, nella peggiore accezione dei termini, una "politica sporca".

Redon Sheta

Referente Territoriale Azione