Le avvicinava facendo credere loro di essere un poliziotto e per darsi un tono mostrava anche un distintivo che le vittime non riuscivano a riconoscere come falso e quindi sicure di trovarsi di fronte ad un uomo che rispettava la legge si lasciavano conquistare ritrovandosi poi in un giro di ricatti e minacce. Per il finto poliziotto latin lover adesso è arrivata una condanna definitiva a dieci mesi e 27 giorni che dovrà scontare ai domiciliari. E’ accusato di truffa nei confronti di almeno una decina di donne. L’imputato è un falconarese di 56 anni, con precedenti penali, senza un lavoro stabile. I carabinieri della Tenenza ieri hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza emessa dal tribunale di sorveglianza di Perugia con la quale sono stati disposti i domiciliari per il periodo indicato. Proprio in Umbria ha commesso l’ultimo raggiro ai danni di una ragazza che aveva approcciato con lo stesso metodo delle altre vittime, tutte del capoluogo dorico, ad iniziare dal 2014. La sua tattica era adescare le donne, qualificandosi come un poliziotto. Le fermava per strada oppure nei locali, alcune anche con i social network. Stringeva amicizie per fare breccia nei loro cuori e per farle innamorare. Dove trovava delle diffidenze, con le donne più timide, tirava fuori il distintivo. "Eccolo, sono un poliziotto, vedi, stai tranquilla". Una volta conquistata la fiducia della vittima di turno la invitava ad uscire, cene fuori, aperitivi, la seduceva e quando la donna era ormai cotta a puntino le chiedeva, dopo alcune settimane di relazione, di inviargli delle foto osé, nude, compromettenti. Era per consolidare la relazione, diceva, e prometteva riservatezza. Solo promesse da marinaio. Ricevute le immagini infatti il suo atteggiamento cambiava radicalmente, si faceva ostile e minacciava la donna di diffondere le foto piccanti che gli aveva inviato se non veniva pagato. Le richieste di denaro sono arrivate anche a mille euro per non mettere in circolazione le foto intime. Almeno una decina le donne cadute in trappola e accertate dai militari che hanno raccolto via via le denunce delle vittime credendo si trattasse di un poliziotto vero. I carabinieri, una volta avvicinato il soggetto, hanno poi scoperto che il distintivo che mostrava era fasullo, di quelli che si acquistano per carnevale. Le truffe messe in atto però erano tutte vere quindi il 56enne è stato denunciato. Chiuse le indagini è finito poi a processo arrivando alla condanna definitiva che dovrà scontare stando chiuso in casa e senza il finto distintivo. ma. ver.