Fontana, il Tar nega la sospensiva

Il Tribunale si esprimerà il 12 maggio sul referendum: probabilmente l’obelisco sarà già stato spostato

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Fontana da spostare come da lascito testamentario di Cassio Morosetti, il Tar Marche non concede la sospensiva chiesta dal comitato dei contrari ma rinvia la decisione nel merito al 12 maggio quando probabilmente ormai anche l’obelisco sarà stato smontato e prelevato da piazza Federico II. Dunque i lavori possono proseguire spediti come stanno proseguendo (è stata già montata l’impalcatura per rimuovere l’obelisco). Sostanzialmente il Tar, dopo l’udienza svoltasi in remoto via Teams mercoledì, relatrice la dottoressa Simona De Mattia, con ordinanza, ha detto no alla sospensione dei lavori perché non avrebbe alcuna utilità essendo già in fase avanzata il cantiere.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche (Sezione Prima) ha respinto così l’istanza di concessione di misure cautelari richiesta dal comitato referendario e ha compensato le spese di questa fase del giudizio. Nei motivi depositati ieri si legge: "L’eventuale sospensione dei provvedimenti gravati in questa sede non recherebbe ai ricorrenti una concreta e immediata utilità, dal momento che, come allegato e documentato dalla difesa del Comune (l’avvocato Antonio Mastri, ndr) l’Amministrazione, con ulteriori e successivi provvedimenti che non risultano essere stati impugnati, ha già provveduto all’affidamento e alla consegna dei lavori, i quali sono in stato di avanzamento". Il comitato non ha impugnato le delibere di affidamento lavori perché non contestava la regolarità delle delibere sull’avanzamento del cantiere ma la scelta di non consultare la città.

"Il Tar – commenta l’imprenditore Andrea Pieralisi che è nel comitato referendario - non ci da’ la sospensiva. È una vittoria a metà lunedì valuteremo il da farsi". Ma non è finita qui perché i ricorrenti lo stesso giorno dell’udienza mercoledì hanno presentato tramite il loro difensore, l’avvocato Andrea Galvani, hanno provveduto a notificare un atto di motivi aggiunti contenente una nuova domanda cautelare. "Prescindendo dai profili di fumus e dalle sollevate eccezioni preliminari che saranno trattati nel merito" il Tar ritiene che "non sussista allo stato il pregiudizio atto a giustificare la concessione dell’invocata cautela". Nel caso in cui il 12 maggio Il Tar desse ragione al comitato la palla tornerebbe ai garanti che dovrebbero ripronunciarsi sul referendum. Nel caso stavolta dovessero dire sì il referendum potrebbe svolgersi solo quando la fontana dei leoni con l’obelisco probabilmente zampillerà davanti al teatro Pergolesi.

Sara Ferreri