Fontana multicolor, la rabbia di chi ci lavora

Il commercio si ribella: "Il cantiere infinito e la nuova illuminazione delle Tredici Cannelle sono l’ennesimo schiaffo. E ora via anche i dehors"

No alle Tredici Cannelle ‘multicolor’. Ma soprattutto no a burocrazia e a provvedimenti che sembrano fatti apposta per danneggiare chi nella zona lavora, sempre più a fatica, cercando di animare un centro piuttosto ‘depresso’. Gabriele Capannelli, titolare di Bontà delle Marche, sull’illuminazione dichiara che "se è vero quello che si vede, qualcuno dovrebbe risponderne, anche solo per il fatto di aver pensato e avallato una cosa del genere. Ma chi è stato? Chi l’ha approvata? Chiunque sia ci metta la faccia". Ma Capannelli punta il dito su ben altro: "I lavori dovevano finire a luglio. Invece finiranno a ottobre, quando noi saremo costretti a togliere i tavoli per l’ordinanza sui dehors. Non si possono fare certi lavori durante tutta l’estate. Noi abbiamo avuto danni economici molto importanti. Qui senza tavoli e dehors è un deserto. Le attività soffrono tantissimo. Prima c’è stato il Covid, adesso c’è il problema dei costi energetici. Molti chiuderanno. Chi andrà avanti dovrà fare i salti mortali, viste le bollette".

Ad irritare, per usare un eufemismo, Capannelli è l’atteggiamento del Comune e della Sovrintendenza. "Con loro non c’è nessuna possibilità di dialogo. A volte si dà tutta la colpa alla Sovrintendenza, altre volte si rimpallano le responsabilità. A noi non interessa di chi è la colpa. Vogliamo un colloquio. E’ ora che ci dicano in faccia le cose. Devono avere il coraggio di incontrarci e spiegarci perché mettono a rischio le nostre attività, perché per cinque mesi siamo rimasti senza tavoli. E’ una situazione assurda, sotto gli occhi di tutti".

Massimo Lampa della Trattoria alle Tredici Cannelle inizialmente è affranto: "Non ho parole". Poi le parole le trova. "Le luci? Se fanno quelle che ho visto posso dire che sono bruttissime. Ma qui il problema è che, pur avendo iniziato ad aprile, ancora non sanno come fare le caditoie. Eppure dovevano fare solo un restauro conservativo. La fontana è nata così e così deve restare. Le modifiche previste sono obbrobriose. Il restauro poi è finito il 1 agosto. Mancavano gli interventi elettrici e idraulici. La fontana potevano benissimo farla vedere. Invece il cantiere è rimasto a lungo chiuso". Conferma Fabrizio Boari di Rosa: "Hanno iniziato i lavori a maggio, e all’inizio si vedevano gli operai. Poi, per l’intera l’estate, è rimasto tutto chiuso. Stessa cosa per il cantiere della chiesa di San Biagio, durato tutta l’estate. La verità è che questi lavori dovevano farli prima".

r. m.