Corinaldo, travolto e ucciso da un ubriaco. I genitori di 'Saccio' dal Papa

Mercoledì udienza privata con i ragazzi dell'Associazione

Francesco Saccinto

Francesco Saccinto

Corinaldo (Ancona), 18 marzo 2019 - I genitori  di 'Saccio' e i ragazzi delle Rose Bianche sull’Asfalto in udienza privata da papa Francesco. La tragedia della morte del giovane corinaldese Francesco Saccinto, travolto e ucciso da un ubriaco al volante di un furgone nel 2013, continua a essere l’emblema di una battaglia portata avanti con forza e determinazione dai genitori e dagli amici perchè mai più si ripetano drammi causati da chi si mette al volante sotto l’effetto di alcol o droga. Mercoledì mamma Simonetta e papà Vittorio, insieme agli amici di Saccio Nicolas, Emanuele, Valerio, Matteo, Gianluca, Camilla e Filippo saranno in udienza privata da Papa Francesco alle ore 9,30 in Piazza San Pietro a Roma.

Grazie all’intervento del Vescovo di Senigallia monsignor Franco Manenti, i genitori e i ragazzi dell’associazione corinaldese hanno ottenuto i pass per l’udienza privata e con l’occasione consegneranno la felpa di Rose Bianche sull’asfalto e racconteranno le loro esperienze e la storia di Saccio. L’associazione Rose Bianche sull’Asfalto, nata per volontà dei compagni di scuola di Francesco, subito dopo l’incidente mortale del 10 settembre 2013, ha girato l’Italia e continua a farlo promuovendo il docu-film di Luca Pagliari «Ogni Giorno» visto ormai da migliaia di studenti, con oltre 60 proiezioni grazie anche alla collaborazione con la comunità di San Patrignano. Lo scopo è la prevenzione e la sensibilizzazione contro l’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti e alcol per chi, in particolare, si mette guida di mezzi.

La tragedia del giovane Francesco aveva profondamente scosso la comunità. Saccio, la sera del 10 settembre, si stava dirigendo a casa di un suo amico in sella al suo motorino quando è stato travolto dal furgone alla cui guida c’era Omar Turchi, oggi 39enne, condannato in Cassazione a 7 anni di carcere (all’epoca dei fatti non era ancora stata approvata la legge sull’omicidio stradale) per omicidio. Quando investì Saccinto, Turchi era ubriaco, aveva nel sangue un tasso alcolemico pari a 2,23 g/l, oltre quattro volte più del consentito e si rifiutò inoltre di sottoporsi al test antidroga. Ma non solo. Turchi era al volante nonostante la patente gli fosse stata ritirata e non solo una volta. La patente gli era stata ritirata nel 2008 e nel 2010, sempre perchè beccato al volante in stato di ebbrezza.