VALERIO CUCCARONI
Cronaca

Frasi choc sugli ebrei: "Responsabilità sociali, culturali e individuali. La scuola valuti sanzioni"

Nuovo caso alla media già finita sotto i riflettori lo scorso ottobre. Carla Marcellini, storica e docente: "La storia va insegnata bene".

Nuovo caso alla media già finita sotto i riflettori lo scorso ottobre. Carla Marcellini, storica e docente: "La storia va insegnata bene".

Nuovo caso alla media già finita sotto i riflettori lo scorso ottobre. Carla Marcellini, storica e docente: "La storia va insegnata bene".

"Bruciamo gli ebrei, i gay, i negri..." hanno scritto degli studenti di una scuola media cittadina, già finita sotto i riflettori a ottobre dello scorso anno, per slogan neofascisti pronunciati da un quattordicenne celebrato con gli smartphone dai compagni. Episodi preoccupanti, soprattutto perché si accompagnano a fatti gravissimi che accadono nel resto d’Italia, come la canzone fascista "Faccetta nera" intonata dagli alpini, durante il raduno nazionale a Biella, il 9 maggio scorso.

"Ci sono delle responsabilità sociali, culturali, istituzionali ma probabilmente anche individuali degli insegnanti, che nel tempo non sono riusciti a lavorare su questioni che secondo me vanno aldilà di qualsiasi programma, programmazione o evento a cui la scuola chiama le classi a partecipare. Come la Giornata della memoria, che è diventata un giorno di celebrazione e non un’occasione di fare storia per capire i fatti del passato", secondo la storica e docente Carla Marcellini, che siede nel direttivo dell’Istituto Storia Marche.

Secondo lei, "la storia serve a capire quanto avvenuto, ma non a evitare che si ripetano certi fatti. La storia è uno strumento che va insegnato con grande competenza professionale, mentre gli insegnanti di oggi possono insegnare la storia con lauree non specialistiche e ormai senza percorsi di formazione idonei, per cui dubito che i docenti odierni abbiano questa consapevolezza. Occorre dare agli insegnanti gli strumenti per fare storia con adolescenti che vivono immersi nei social, come tutti noi".

Un invito a "interrogarsi a fondo" viene anche dall’avvocato Andrea Nobili, presidente della Camera minorile dorica, che non crede "si possano minimizzare certe azioni, considerandole una bravata giovanile. È bene, invece, chiedersi se certi episodi si verificano anche a causa di una tendenza politica diffusa, caratterizzata da un revisionismo strisciante, manifestata da coloro che non si riconoscono nei valori dell’antifascismo e dell’inclusione sociale. Occorre fare di più: la scuola valuti se adottare sanzioni, ma soprattutto svolga un compito di ‘prevenzione culturale’, sensibilizzando gli studenti. Convochi i genitori e, magari, come avevo già detto in passato, organizzi viaggi d’istruzione in un campo di concentramento e in quei luoghi dove venivano trucidati tutti coloro che erano considerati diversi".

"Per un editore come me che da 25 anni pubblica libri di storia e che ha un’importante e nutrita collana di ebraistica", sostiene Valentina Conti di Affinità Elettive, "è squallido e triste, per non dire inquietante, apprendere queste notizie, poiché non ci troviamo dinanzi a una scritta anonima, ma a un vero e proprio "manifesto", per quanto rozzo, di antisemitismo. Lo stupore e lo scandalo è dato poi dalla giovane età di chi ha scritto queste frasi di odio e intolleranza. Mi auguro che le autorità scolastiche prendano provvedimenti necessari e severi, anche perché l’episodio è ancora più grave in quanto avvenuto in un luogo deputato alla formazione del sapere".