Furbetto del cartellino condannato a 7 mesi

Un dipendente dell’Asur, ora andato in pensione, accusato di truffa ai danni dello Stato e peculato: faceva il giardiniere invece di andare al lavoro

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Avrebbe avuto il vizio di uscire dal lavoro, senza timbrare il cartellino, per andare nelle case e fare il giardiniere. Non una sola volta, ma almeno una ventina di volte che hanno fatto finire in tribunale un ex dipendete Asur, di 66 anni, accusato di truffa ai danni dello Stato, peculato e falsa attestazione della presenza in servizio. L’imputato, senigalliese, ha patteggiato ieri la pena davanti alla gup Francesca De Palma, a sette mesi più 300 euro di multa risarcendo l’azienda di 5mila euro a fronte di una richiesta iniziale (per danno di immagine) di 50mila euro. Era difeso dall’avvocato Corrado Canafoglia. A scoprire il presunto furbetto del cartellino era stata la guardia di finanza, nell’operazione denominata "Prato verde", risalente agli anni 2019 e 2020.

Ai militari era arrivata la segnalazione di un cittadino, al numero specifico 117, residente in un condominio dove il 66enne, con qualifica di agente di polizia di pg per gli uffici Asur di Senigallia (ara addetto anche ai controlli nei canili), avrebbe fatto dei lavori di giardinaggio e per i quali voleva essere pagato. I finanzieri erano voluti andare a fondo e avevano dunque avviato una indagine per controllare il dipendente. In almeno venti occasioni, stando alle accuse, il 66enne avrebbe lasciato il posto di lavoro assentandosi anche per sette ore di seguito. Il tutto senza smarcare il badge. Quando i finanzieri hanno contestato i fatti, avvenuti tra novembre del 2019 e luglio del 2020, l’imputato era già andato in pensione. Stando all’indagine dei militari si sarebbe anche servito dei mezzi Asur, due auto e un furgone, per trasportare gli utensili che gli servivano per fare il lavoro di giardinaggio.

Sempre stando alle accuse il 66enne sarebbe arrivato al lavoro in bicicletta e poi, presi i mezzi aziendali, ritornava a casa dove avrebbe caricato l’attrezzatura, rastrelli, vanghe, cesoie, tagliaerba, dirigendosi nelle case private a fare giardinaggio e anche in terreni di sua proprietà. Avrebbe seminato piantine, potato alberi, curato spazi verdi a lui affidati ma non inerenti il lavoro pubblico che svolgeva. Una tiritera andata avanti per otto mesi che gli avrebbe fatto accumulare ore di lavoro ma non svolto stando alle accuse.

Per quei cartellini non smarcati avrebbe percepito quindi uno stipendio ingiustamente. L’imputato si è sempre detto estraneo alle accuse. Le uscite erano per lavoro.

Marina Verdenelli