Garofoli torna a vincere dopo la grande paura

Il ciclista si era dovuto fermare per una miocardite acuta al cuore ma ora è tornato in sella e nel week end ha trionfato in Puglia

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di Michele Carletti

Quella mano destra che tocca il cuore e indica il tricolore pochi secondi prima di tagliare da vincitore il traguardo di Ceglie Messapica chiude il cerchio degli ultimi mesi vissuti da Gianmarco Garofoli. Quel cuore che ha fatto le bizze a fine marzo nella gara di San Vendemiano e che l’ha costretto a fermarsi e a scendere di bici per quasi quattro mesi, lo ha gettato oltre l’ostacolo lo scorso fine settimana quando Garofoli, classe 2002, è tornato sul gradino più alto del podio. Alla seconda gara stagionale, dopo il grave malanno (miocardite acuta) che gli ha fatto saltare più di mezza stagione costringendolo anche a qualche giorno di ospedale, è tornato ad alzare le braccia al cielo. E’ tornata la luce e la gamba, in tutti i sensi, nell’under 23 dell’Astana che sabato ha emozionato tutti al Giro di Puglia per Under 23 ed Elite vincendo in solitaria la seconda delle tre frazioni in programma nella breve gara a tappe.

Garofoli si è portato a casa la 62esima Coppa Messapica, vestito con la maglia azzurra della Nazionale, dopo una fuga solitaria, indossando anche la maglia di leader della classifica generale. L’ha indossata poi fino al traguardo finale. E’ il corridore fidardense il re del Puglia 2022. "Una vittoria che voglio dedicare a un mio grande amico (ed ex compagno di squadra nelle categorie giovanili, ndr) Antonio Bevilacqua. Mi ha seguito sempre negli allenamenti, anche in altura, con il motorino, pure sotto la pioggia. Ci ha creduto quasi quanto me, mi è stato sempre vicino" confida con un pizzico di emozione il talentuoso corridore di Castelfidardo.

neanche il diretto interessato si aspettava di tornare così presto sul podio. "Sapevo di stare bene e in gara l’ho dimostrato, ormai mi conosco, avevo sensazioni buone, ho lavorato tanto, ma tornare a correre dopo un periodo così lungo di inattività è sempre un’incognita, una scommessa. Quasi quattro mesi senza toccare la bicicletta non mi era mai capitato". Acqua passata. Da luglio è risalito in bici. "Il 7 ho ricominciato a pedalare dopo vari esami al cuore. All’inizio è stato un passeggiare, ho cominciato molto piano. Poi ad agosto quando ho ricevuto l’ok definitivo da parte dei medici ho trascorso 25 giorni in altura. Prima Livigno, poi sul Pordoi". Altro che vacanze. Allenamenti su allenamenti "serviti per ritrovare il colpo di pedale giusto. In Puglia non sono sceso con l’obiettivo di vincere. L’azione che mi ha portato sabato alla vittoria non era studiata a tavolino, ma era un po’ che ci provavo. Era sicuramente la gara ideale per cercare la forma".

Lui l’ha trasformata in corsa perfetta, quasi da libro Cuore. E la stagione non è ancora terminata. Terminerà l’anno correndo con i prof come lo aveva iniziato. "Il mio programma fino a fine stagione sarà correre tutte le gare con i professionisti. Domani (oggi, ndr) Giro di Toscana, poi giovedì Coppa Sabatini, sabato il memorial Pantani. Poi forse Giro dell’Emilia, Gran Piemonte e Tre Valli Varesine". Svanito il sogno di vestire l’azzurro ai Mondiali. "Ormai è troppo tardi. Il ct è dispiaciuto. Mi voleva portare in Australia, ma le tempistiche sono differenti rispetto a un mondiale europeo. Hanno dovuto effettuare le iscrizioni con molto anticipo. Non poteva convocarmi a scatola chiusa".