Gianni Volterra morto in un incidente ad Ancona, l'investitore: "La mia vita è distrutta"

Era alla guida del furgone che l’ha travolto: "Non volevo fargli del male, sono venuto qui solo per lavorare. Ora fatemi incontrare la sua famiglia"

Gianni Volterra è morto nell'incidente (Foto Antic)

Gianni Volterra è morto nell'incidente (Foto Antic)

Ancona, 24 gennaio 2020 - «Sono distrutto, questo episodio mi ha rovinato la vita. Io non volevo fare del male a quella persona, sono sconvolto. Ho lasciato la mia terra, la Puglia, più di venticinque anni fa per lavorare, lo faccio tutti i giorni e pure ieri sera (mercoledì sera, ndr.) avevo appena finito una dura giornata". Arcangelo Antuofermo, 60 anni, l’altra sera in piazzale della Libertà era al volante del furgone Iveco che ha colpito e ucciso un pensionato anconetano, Gianni Volterra, morto sul colpo a causa di un terribile trauma alla testa. La Procura della Repubblica di Ancona ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Al momento il pm Paolo Gubinelli ha deciso di non procedere per omicidio stradale, preferendo il reato ordinario fino a quando non saranno chiare le dinamiche dell'incidente.

Il giorno dopo Antuofermo, titolare della ditta di tappezzeria Lillino di Porto San Giorgio, è letteralmente distrutto e durante la telefonata si lascia andare ad un pianto continuo. La morte dell’80enne anconetano lo ha davvero sconvolto, al di là di quelli che saranno i responsi dell’inchiesta aperta dalla Procura di Ancona sull’incidente mortale.

L’avvocato Piero Cavalcanti, suo legale di fiducia, non lo lascia solo un istante e conferma la volontà dell’investitore di incontrare i familiari della vittima. Trovandosi ad Ancona, l’altra sera è subito arrivato sul luogo dell’incidente e ieri, assieme al suo assistito, ha incontrato il procuratore che segue il caso. Prima della dinamica, un dato non di poco conto: "Io stesso ho voluto che il mio cliente fosse sottoposto ad un prelievo immediato in ospedale (al pronto soccorso di Torrette, ndr.) per confermare la sua totale negatività a sostanze alcoliche e stupefacenti durante la guida.

«La dinamica resta incomprensibile, visto che il corpo della vittima si trovava a circa due metri dal marciapiede. Antuofermo si è fermato subito dopo, ci sono i rilievi a testimoniarlo, quando ha sentito il rimbalzo del mezzo su un ostacolo, purtroppo il corpo dell’uomo, e quando è sceso ha visto cosa era accaduto. Sia chiaro, il furgone non ha un graffio o una ammaccatura sulla carrozzeria, soprattutto nella parte anteriore, ciò significa che il contatto fatale c’è stato solo con le ruote posteriori doppie. Malore, caduta accidentale, questo non lo sappiamo, inoltre le telecamere della zona non hanno registrato nulla di utile, ma una cosa è certa, Antuofermo era stretto nel traffico di quell’ora, molto intenso, e la velocità tenuta sarà stata al massimo di 15-20km/h. Detto questo, è scandaloso che nessun automobilista si sia fermato per prestare soccorso, tutti sembravano aver fretta di andarsene, per questo non c’è neppure un testimone".

L’unico dubbio che potrebbe creare qualche problema ad Antuofermo è la presenza del furgone lungo la corsia dedicata ai bus e ai mezzi di soccorso all’imbocco della rotatoria di piazzale della Libertà: "Forse, potrebbe essere – aggiunge l’avvocato Cavalcanti – ma ripeto, il traffico intenso ha spinto il furgone su quella corsia, inoltre l’occupazione di quella corsia era solo parziale".