Gildo Ciaffoni Coronavirus, "Mi stavo spegnendo senza rendermi conto"

Il noto fotografo di Castelbellino racconta al Carlino come è riuscito a sconfiggere "la bestia"

Gildo Ciaffoni con la moglie

Gildo Ciaffoni con la moglie

Castelbellino (Ancona), 18 aprile 2020 – “Mi addormentavo davanti alla tv anche se un film mi interessava. Non respiravo bene ma non me ne accorgevo: inconsciamente evitavo gli sforzi e mi stavo ammalando senza rendermene conto: mia figlia Olga che è operatrice sanitaria, venendo a casa ha capito e mi ha salvato la vita portandomi in ospedale. Se avessi aspettato un giorno di più non so se sarei qui a raccontarla”.

Non riesce a trattenere le lacrime Gildo Ciaffoni, ex fotografo 76enne di Castelbellino. Martedì pomeriggio è rientrato a casa, in ambulanza, dopo tre settimane di ricovero e di lotta tenace, nelle coviderie dell’ospedale Carlo Urbani, contro quella che lui definisce “la bestia”. E’ ancora positivo ma ora sta bene. Con lui la moglie Carmelina, risultata positiva anche se asintomatica come la figlia, mentre il figlio Samuele Gildo lo ha potuto vedere solo “da sopra, dal balcone”. Per lui martedì una grande accoglienza a distanza dalla nuora, dal figlio e da un loro amico che hanno girato un video mentre il 76enne scendeva dall’ambulanza, video che ha spopolato in rete. “Mi hanno fatto piangere – racconta l’ex fotografo -, nessuno si aspettava di vedermi scendere con le mie gambe, ma un pò mi è dispiaciuto perché ero in pigiama. I vestiti che avevo quando sono entrato in ospedale sono stati gettati via per evitare contagi e non sono riuscito a farmene portare altri”.

“La cosa più brutta – rivela ancora – è stato non poter vedere mia moglie e i miei figli accanto al letto di ospedale. Riuscivo solo a sentirli ogni tanto al telefono e mi davano una grande forza. Non vedo l’ora che i tamponi tornino ad essere negativi per riabbracciare mia moglie, i miei figli, i nipoti ma anche tutti gli amici che mi hanno sostenuto”. Il desiderio più grande ora? “Gli abbracci: ho capito che sono la cosa più bella del mondo”.

Gildo non ha idea di come possa aver “preso la bestia”. “Prima del cosiddetto lock down – riferisce – sono stato al bocciodromo di Moie ma già c’erano poche persone. Poi sono stato chiuso in casa due settimane. Non uscivo neppure per andare a fare la spesa, ci pensava mia moglie. Poi quando mi hanno ricoverato mia moglie è stata aiutata tantissimo, calava la cesta dal balcone e gli amici la riempivano con gli alimenti”. Ma l’ex fotografo molto conosciuto a Castelbellino ci tiene anche a ringraziare moltissimo “il personale medico e sanitario dell’ospedale Carlo Urbani: sono stati davvero molto bravi e gentili. Ho trascorso quattro giorni con la testa sotto il casco con l’ossigeno e da quel momento in poi ho visto miglioramenti importanti. Credo sia stato decisivo e i medici mi dicevano che miglioravo.”