"Gimbo" Tamberi atleta felice e vaccinato "Mi riprendo la vita e punto tutto su Tokyo"

L’altista azzurro si è sottoposto ieri al Palarossini alla dose di Pfizer che sarà l’unica visto che aveva già contratto il virus nei mesi scorsi "Temo solo di star male per qualche giorno: mi toglierebbe tempo per gli allenamenti. Abbiamo già vissuto momenti difficili"

di Giuseppe Poli

S’è presentato ieri al PalaPrometeo Estra per sottoporsi al vaccino, Gianmarco Tamberi. Accompagnato dal presidente del Coni Marche, Fabio Luna, il campione anconetano di salto in alto, che nei mesi scorsi ha già contratto il Covid, s’è fatto somministrare una dose di Pfizer, pronto già da domani a tornare ad allenarsi per preparare l’appuntamento degli appuntamenti: le Olimpiadi di Tokyo.

Il Gimbo nazionale, in compagnia della fidanzata Chiara Bontempi, già vaccinata, ha impiegato meno di mezz’ora, fotografie e interviste comprese, prima di lasciare l’impianto sportivo e centro vaccinale di Passo Varano.

Gianmarco Tamberi, finalmente il vaccino.

"Sì, ho già visto che il cellulare prende meglio, adesso - attacca scherzando -. E da domani nuovamente sotto con gli allenamenti".

Qualche timore per gli effetti? "Solo se dovessi stare male per qualche giorno, cosa che mi farebbe saltare qualche allenamento".

Un messaggio ai ragazzi che non si sono ancora vaccinati? "Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo vissuto tutti dei momenti difficili, ci sono tante persone che ci hanno lasciato, tante attività costrette a restare chiuse. Per il rispetto di tutti dobbiamo cercare di debellare questa malattia e se si è trovata una soluzione bisogna metterla in atto. Fidarsi è indispensabile, vaccinatevi".

Quanto hanno influito questi lunghi mesi di lockdown sulla sua preparazione e sulla sua vita?

"Hanno influito sulla vita di tutti. La cosa più difficile da superare è stata la cancellazione, o meglio, il posticipo delle Olimpiadi, dopo anni in cui mi preparavo per quell’appuntamento. Però è stata anche un’opportunità per allenarmi su dei dettagli, per migliorare, anche dal punto di vista umano, per capire quanto sono importanti le piccole cose che magari prima davamo per scontate".

Al Golden Gala di Firenze, il 10 giugno, ha saltato 2.33, sfiorando il 2.36: che significa in proiezione Tokyo?

"Sono misure da medaglia olimpica. Un buon segnale. Punto ad andare più in alto, prima delle Olimpiadi, per potermi confermare su misure importanti. Perché il mio obiettivo è molto alto e devo esserne capace già da prima delle Olimpiadi".

Un mese a Tokyo: come lo affronterà?

"Gareggerò la prossima settimana in Germania, poi in Ungheria e a Montecarlo. L’ultima gara sarà il 9 luglio, poi il 15 partiremo per le Olimpiadi e da lì ci sarà un adattamento in loco, in Giappone, sia per il fuso orario sia climatico. La qualificazione sarà il 30 luglio, la finale l’1 agosto". Cosa prova quando pensa a quell’appuntamento?

"Un’emozione enorme, non vedo l’ora, davvero. Ormai sono troppi anni, mesi, allenamenti, lacrime, sudore versato per questo. Vivo tutto con piacere, ma è comunque molto pesante dal punto di vista della tensione, delle aspettative, dello stress. Ma è una tensione positiva, che mi sono cercata e costruita negli anni con tanta fatica e mi rendo conto che si sta avvicinando sempre di più quello che per anni ho chiamato sogno e che adesso chiamo obiettivo".

Cosa serve per salire sul podio?

"Saltare alto quel giorno, e per l’oro serve saltare più in alto degli altri".

Qual è la principale qualità che deve avere un altista di altissimo profilo?

"Il saper rendere nelle gare che contano di più. Una caratteristica che sin da piccolo ho sempre dimostrato, negli appuntamenti più importanti".

Chi della famiglia l’accompagnerà nell’avventura olimpica?

"Mio padre che è anche il mio allenatore, insieme al mio fisioterapista. E stiamo cercando di fare il possibile perché venga anche Chiara, che per me è molto importante quando gareggio, perché sa trasmettermi tranquillità nei momenti di tensione".