MICHELE CARLETTI
Cronaca

Gimbo Tamberi verso le Olimpiadi: "Voglio sempre vincere. Portabandiera azzurro? Premio alla carriera"

Il giorno dopo il trionfo il campione d’oro guarda già al futuro: "Non sono appagato. Fare un figlio? Al momento lo metterei da parte. La priorità allo sport"

Tamberi con la medaglia d'oro
Tamberi con la medaglia d'oro

Ancona, 24 agosto 2023 – Gianmarco Tamberi in poco più di sette anni ha vinto tutto nel salto in alto. Dai tricolori indoor e outdoor alle Olimpiadi di due anni fa a Tokyo, poi i Mondiali indoor (Portland 2016), gli Europei all’aperto (Amsterdam 2016 e Monaco 2022) e in sala (Glasgow 2019). E martedì il mondiale outdoor a Budapest. Ma non parlategli di rischio appagamento. "Non penso, noi atleti vogliamo sempre vincere e ci alleniamo per questo" ha detto ieri pomeriggio Gimbo, 31 anni, presentandosi completamente sbarbato, nella conferenza stampa a casa Italia, presso il Ludwig Museum di Budapest.

"Cercare di stare bene quest’anno è stata la priorità. Sono arrivato qui con tanta convinzione e forma, sapevo che potevo fare la mia differenza qualora i miei avversari mi avessero lasciato qualche spiraglio e quando ho potuto sorprenderli col 2.36 ho ucciso la gara. Questi Mondiali sono andati benissimo. Abbiamo costruito tutto al meglio assieme al mio staff e a tutti i medici e ai sanitari. Abbiamo evitato in quest’annata tanti piccoli problemi fisici". E poi… "L’aver finalmente ritrovato il salto più proficuo è stata la svolta decisiva. Questo è stato uno dei motivi della ‘separazione’ a livello professionale da mio papà. Aver fatto un’analisi interna e questo cambio di preparazione mi hanno permesso di rientrare in toto nel mio mondo".

La sua stagione non è conclusa (gareggerà il 31 agosto a Zurigo e il 4 settembre a Bellinzona, ma non alla finale di Diamond League), ma già pensa al futuro. A migliorare la misura. "Non l’avevo detto a nessuno ma il mio obiettivo era saltare 2,40 (sarebbe stato record italiano, ndr). Una misura che posso valere". Alle prossime Olimpiadi.

Che sia lui il portabandiera dell’Italia Team alla cerimonia di apertura a Parigi 2024? "Sarebbe un onore immenso, un coronamento, un premio alla carriera, mi farebbe tanto piacere. Il presidente del Coni Malagò ci mette nelle migliori condizioni possibili per fare sport, non faccio commenti dal punto di vista politico perché non lo so, ma devo ringraziarlo".

Come l’Italia ringrazia Gimbo. "Cerco di rendere partecipi le persone che sono allo stadio, ho suonato la batteria perché voglio sentirmi a casa anche quando sono in pedana". Per un Tamberi paragonato dal presidente federale Stefano Mei ad Adolfo Consolini, Pietro Mennea, Sara Simeoni.

"Ora faccio fatica, aspettiamo la fine della carriera, cerco di fare il massimo per raggiungere i miei prossimi obiettivi". Che potrebbe essere anche il record del mondo. Bisognerà superare il 2,45 del mito Javier Sotomayor che resiste da 30 anni. Tamberi ha risposto: "Non penso sia impossibile, sinceramente la mia carriera mi insegna che quello che crediamo possibile è effettivamente possibile, ma a oggi è una cosa complicata da fare".

Dallo sport alla famiglia. Sull’ipotesi di diventare papà, magari di una femmina come lui pensa: "Ne abbiamo parlato più volte con Chiara in 14 anni che stiamo assieme, non è un tabù, ma al momento lo metterei da parte perché quando ci sarà la piccola, la priorità sarebbe lei e non più lo sport".

Infine, la premiazione ufficiale: tanti cori per Gimbo, che ha rotto il protocollo scambiando diversi “cinque” e lanciando tanti baci verso i tifosi. "Ringrazio tutti. E’ bello essere italiani, una Nazione che fa la differenza. Guardate che pubblico" ha detto l’azzurro nello stadio di Budapest.