Gratta e Vinci, il mendicante Paperone commuove l'Italia. "Ma non mi compro la Ferrari"

Ha incassato i 300mila euro della vincita ma assicura: "Mi vestirò ancora da Babbo Natale per fare una festa con i bambini, come quando stavo al semaforo"

Il mendicante rincorso da telecamere e microfoni dopo la vincita al Gratta e Vinci

Il mendicante rincorso da telecamere e microfoni dopo la vincita al Gratta e Vinci

Jesi (Ancona), 25 settembre 2020 - "Questa storia mi ha insegnato che se uno ci crede e si comporta bene, prima o poi il bene ritorna. Non bisogna mai arrendersi". Tiziano Pellonara, ormai ex mendicante, sorriso smagliante e grande ironia, ieri mattina è tornato davanti alla tabaccheria delle Logge a Jesi dove a mezzogiorno del 16 agosto, con l’incasso del suo spettacolo ai semafori, ha acquistato le sigarette e il gratta e vinci che gli ha cambiato la vita regalandogli 300mila euro (240mila netti). Ad attenderlo persino i coriandoli oltre a telecamere e microfoni.

Pellonara, come ha speso i primi soldi? "Per comprarmi i pantaloni perché li portavo da 3 anni ed erano rotti. Ho speso 100 euro ma sono strappati, mi hanno detto che è la moda. Ho comprato anche un pigiama, le mutande e una cinta e le scarpe nuove non le acquistavo da più di 3 anni. E poi mi sono tagliato barba e capelli. E ho preso anche un orecchino".

Giocava spesso al gratta e vinci? "No, ne avrò presi una ventina in due anni".

E cosa sogna di fare ora? "Non penso alla Ferrari o cose strabilianti. A me basta un caffè, una cena con gli amici, una giornata al mare. Ho 60 anni, aspetto la pensione tra sette anni e mi preparo a sorvegliare i cantieri".

Quanti anni fa ha perso il lavoro? "Dieci anni fa, ma poi tra incentivo e liquidazione ho fatto una bella vita. Finiti i soldi raccoglievo le cicche per terra per fare le sigarette a mano, poi tre anni fa mi sono inventato il lavoro al semaforo del Viale di Jesi coi miei spettacolini che piacevano a grandi e piccini".

Ma riusciva a camparci? "Guardi, si facevano soldi con le battute sulla Juve più che sulla politica. Facevo venti euro al giorno, anche 50 quando perdeva la Juve o in caso di triplete (ride, ndr). Poi mi vestivo da Babbo Natale. Quest’anno sarò senza barba, ma faremo ugualmente una festa con i più piccoli".

Come ricorda quel 16 agosto?

"Era domenica, mezzogiorno, avevo 7 euro, due per le sigarette e 5 per il gratta e vinci. Ho inserito la tessera sanitaria nella macchinetta e come sempre faccio l’ho corteggiata: ‘Ti voglio bene’ le ho detto. Lei ha risposto: ‘Anche io’. Ed è stato amore a prima vista, anche se in realtà l’ho grattato a mezzanotte a casa come ero abituato a fare. Mi sono sdraiato a letto e ho grattato con la luce del cellulare. Ho passato tutta la notte a verificare che quel 12 fosse realmente un 12 e che gli zeri fossero giusti. 30 e 300 euro in effetti non c‘erano come premi".

E poi? "La mattina con il malloppo in tasca vado alla banca vicino al ‘mio’ semaforo mostrando il gratta e vinci. Il cassiere mi guarda incredulo. Gli faccio: ‘Ce dice?’ E lui: ‘Sì’. Dai chiama il portavalori e apriamo un conto corrente’ ho replicato. Poi sono trascorsi 32 giorni prima che arrivasse il malloppo e ora eccoci qui".

Ha giocato ancora? "No, non lo farò più. Il primo amore non si scorda mai".