"Graziati dal decreto? Ma la paura è di tutti"

Parrucchieri ed estetiste non hanno subito nuove restrizioni: "Quelle disposizioni del governo si ripercuotono anche su di noi"

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di Alberto Bignami

L’ultimo Dpcm ha colpito i settori della ristorazione, della cultura e del wellness con forti limitazioni e chiusure, evitando di dare un colpo di scure anche ad uno dei settori che, insieme a questi, si trovò costretto a chiudere nel periodo di lockdown: i centri estetici e i parrucchieri. Verrebbe dunque da chiamarli i ‘salvati dal governo’, ma l’apparenza purtroppo inganna. Seppur possano continuare a lavorare, ciò avviene in maniera limitata, alimentando preoccupazione. "Proprio poco fa mi è stato disdetto un appuntamento – dice Sonia Brunella, titolare del centro estetico e parrucchieria Amoa di via San Martino – da parte di una persona che avrebbe dovuto partecipare ad una cresima. Con le nuove disposizioni, molti eventi sono saltati e così ciò si ripercuote anche su tutto quello che vi ruota attorno. E’ vero – prosegue – quest’ultimo Dpcm non ci ha toccato, ma a toccarci sono le conseguenze di altri provvedimenti adottati: se si spezza un anello, si spezza anche la catena".

Il lavoro è dunque limitato anche per chi è stato ‘graziato’ e "ha dovuto investire su un nuovo tipo di sicurezza dovuto alla pandemia. Si lavora con meno posti per garantire il distanziamento e – prosegue – di conseguenza anche con meno personale. Abbiamo speso e spendiamo tantissimo per far star tranquilli clienti e dipendenti e ci metto la mano sul fuoco che nel nostro settore l’attenzione è più che massima. Un calo di affluenza però c’è stato e a questo punto mi auguro che l’amministrazione locale se ne renda conto e ci venga incontro in qualche modo, nelle tasse. Ci sono momenti in cui si è ottimisti, ma in altri – conclude – ti senti come crollare il mondo addosso".

E un calo importante c’è stato anche da Pedro e Patrizio, in via Frediani. "Ci sentiamo ‘graziati’ per modo di dire – spiegano – Si lavora di meno e ultimamente abbiamo notato che la gente ha comunque paura di uscire. Prima di venire qui, alcuni che magari non si tagliavano i capelli da un po’, nonostante siano nostri clienti, ci chiedono al telefono come ci comportiamo. Insomma – spiegano – vogliono essere più che sicuri. Lavoriamo ma anche se siamo in due, ora abbiamo solo un lavatesta poiché l’altro non si può usare perché troppo vicino. Insomma – concludono – speriamo non vada a finire peggio perché le scelte saranno: o morire di Covid, o morire di fame".

"Dite che hanno salvato la nostra categoria? Non saprei; magari domani ci ‘parcheggiano’ anche a noi". Marco Mercuri di Hair for Heroes alla Galleria Dorica si sente in bilico. "Abbiamo dimezzato le poltrone, i clienti – spiega – e investito su apparecchiature come lo sterilizzatore al plasma e molto altro. I clienti sono invece calati. Pensate agli studenti fuorisede, che ora fanno lezioni a distanza, ai marittimi, alle persone che lavorano in modalità smart e che prima approfittavano della pausa pranzo. Credo – conclude – che non si sarebbe dovuto chiudere nulla ma ovviamente solo se sei distante, preciso e rispetti le regole. Le chiusure, anche se non colpiscono direttamente, hanno ripercussioni".