"Grease conquista anche i bambini"

Il musical di Saverio Marconi approda domenica al teatro di Jesi all’interno del cartellone del Pergolesi Spontini

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Sandy non c’è più, ma ‘Grease’ continua a regalare divertimento e gioia di vivere a chiunque si imbatta nella sua storia, che sia al cinema, in tv o a teatro. Potrebbe essere idealmente dedicato a lei, Olivia Newton-John, il ritorno nelle Marche del musical firmato da Saverio Marconi e dalla Compagnia della Rancia. La prima edizione debuttò nel 1997, e fu un successo immediato, travolgente.

L’ultima andrà in scena domenica (ore 17, info 0731 206888 e biglietteria@fpsjesi.com) al Teatro Pergolesi di Jesi nell’ambito del ‘Pergolesi Spontini Festival’.

Marconi, cosa è cambiato da allora?

"E’ cambiato soprattutto il cast, ciò che dà vita e forma allo spettacolo. Il problema principale ogni volta è trovare performer adatti. Non tutti possono fare ‘Grease’. Devono saper cantare, ballare e recitare, ma gli serve anche qualcosa di speciale".

Cioè?

"L’energia. Una solarità particolare che conquista il pubblico, e che il pubblico percepisce subito. Per questo i provini sono fondamentali. Ormai dopo vent’anni abbiamo l’occhio per capire chi potrà fare ‘Grease’, uno spettacolo pieno di forza, di energia, di semplicità. Di questo c’è bisogno".

Chi vede a teatro? Ormai il pubblico è multigenerazionale.

"A Milano vicino a me era seduta una bambina che rideva, giocava. Ho chiesto quanti anni avesse. Mi hanno risposto: quattro. Questo vuol dire che ‘Grease’ non finirà mai. Ma siamo anche orgogliosi del fatto di aver portato a teatro persone che non ci erano mai state. A Milano e Firenze è capitato che gente del posto mi chiedesse dov’era il teatro in cui andava in scena il musical...".

E lei cosa pensa del film originale?

"Lo vidi quando uscì, e mi divertì moltissimo. Amo molto più ‘Grease’ che ‘La febbre del sabato sera’".

Quando è scomparsa Olivia Newton-John molti hanno detto e scritto: sarai sempre la nostra Sandy.

"Beh, è ovvio. Il suo personaggio è diventato subito un’icona".

La definiscono ‘il re del musical’.

"Ne ho fatti tanti, e c’è chi sta rifacendo i miei, come ‘Cats’ e ‘Sister act’".

Lei li va a vedere?

"No, per cortesia, per gentilezza. Se li vedessi sarei ‘obbligato’ a fare un confronto".

E dei musical americani che ne pensa?

"Ce ne sono di meravigliosi, come ‘Follies’ e ‘Cats’. Diciamo che mi piacciono quelli di un po’ d’anni fa. Gli ultimi meno".

‘Notre Dame de Paris’ è tornato dopo vent’anni. Lo vede come un concorrente?

"Concorrenza è un termine che viene usato di solito in senso negativo. Ma la concorrenza negativa viene dagli spettacoli brutti. Un musical bello fa crescere l’intero genere. Alla fine l’importante è che la gente vada a teatro e si diverta".

Raimondo Montesi