Finti vaccini ad Ancona, i nomi degi arrestati

Cinque arresti, l'unico in carcere è l'infermiere Emanuele Luchetti. Ai domiciliari l'avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, l'imprenditore edile, Stefano Galli, unil ristoratore di Civitanova Marche, Daniele Mecozzi e Daniela Maria Zeleniuschi

Ancona, 11 gennaio 2022 - Quella mano che spruzza nel cestino la dose di vaccino anti Covid è un colpo al cuore. Un infermiere di 51 anni, in combutta con un ristoratore verosimilmente no vax, un imprenditore edile amico, un avvocato conosciuto ai tempi dei pantaloni corti a Falconara e una commessa di un supermercato, avevano messo su un gruppetto capace di far arrivare decine di persone all’hub vaccinale principale di Ancona, il Paolinelli, per dare loro la possibilità di avere il Green pass senza farsi toccare il braccio dall’ago della siringa con la dose anti Covid. 

Luchetti mentre butta via il siero anziché iniettarlo
Luchetti mentre butta via il siero anziché iniettarlo

Così faceva l’infermiere Emanuele Luchetti, inchiodato dalle telecamere nascoste dagli investigatori della squadra mobile di Ancona a partire dai primi di dicembre. Decideva lui chi far entrare e come al Paolinelli. «Vieni qui da me, ci penso io» I medici, il resto del personale che da due anni si fa il mazzo al centro vaccinale del capoluogo marchigiano non sapeva nulla. 

Roto che indigna, così si cestina la speranza (di M. Pandolfi)

Luchetti faceva entrare la persona concordata nel separé e gettava la fiala nel cestino. Una finta ignobile che ora costa all’infermiere il carcere. Con accuse che vanno dalla corruzione, al falso ideologico e al peculato, commessi da persone indagate nell’indebito rilascio della certificazione verde. 

Cinquanta le misure cautelari eseguite ieri dalla squadra mobile di Ancona e dai colleghi di Barletta Andria Trani, Bologna, Fermo, Foggia, Macerata, Milano, Padova, Pescara e Taranto nei confronti di altrettante persone. Solo Luchetti è in carcere. Gli altri quattro 'complici' sono agli arresti domiciliari. Tra essi c’è anche un avvocato anconetano, Gabriele Galeazzi, un imprenditore edile dorico, Stefano Galli, un ristoratore di Civitanova Marche, Daniele Mecozzi e Daniela Maria Zeleniuschi.

Per tutti gli altri, 45 persone, obbligo di dimora e stesse accuse: sarebbero, in sostanza, coloro che hanno usufruito del favore pagando dai 300 ai 500 euro a testa per mettersi in tasca un Green Pass senza mai vaccinarsi. Alcuni sono venuti appositamente ad Ancona dal Nord e dal Sud dopo essere stati «procacciati» dagli amici di Lucchetti. Le indagini sono concluse: il rischio è che le pratiche farlocche andassero avanti da tempo. Fatali al disinvolto infermiere con la passione per la Zumba, alcune confidenze a un medico vaccinatore che avrebbe anche tentato di corrompere. Lui non c’è cascato ed è andato a denunciare tutto alla squadra mobile, diretta da Carlo Pinto. Appostamenti, pedinamenti e il «sigillo» delle intercettazioni audio e filmate degli incontri all’hub vaccinale. L’operazione «Euro Green Pass», condotta dal pm della Procura di Ancona, Ruggero Di Cuonzo, ha aperto uno spaccato desolante di miseria umana fatta di faciloneria e arroganza. Alla quale si sono abbeverati anche ex primari, mogli e collaboratrici che ripudiano il vaccino ma che per affari propri bramano il Green pass come nessun altra cosa al mondo.