Grotte Frasassi, il percorso si amplia (per pochi)

Aperto collegamento nel complesso sotterraneo. Viaggio nell’incanto marchigiano

Le Grotte di Frasassi

Le Grotte di Frasassi

Genga (Ancona), 23 aprile 2019 - Si amplia, ma per pochi, il percorso delle grotte a Frassassi: un tunnel sotterraneo è stato realizzato scavando tra rocce e acque sulfuree per collegare due delle principali grotte speleo del complesso, nell’area riservata agli speleologi. I ricercatori nei mesi scorsi hanno intuito che in una zona nascosta da una vecchia frana esisteva una potenziale via interna per collegare la Grotta del Fiume con Grotta Bella. 

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«Questo è l’ingresso di Grotta Bella, forse il più agevole dei tre accessi dei circa venti chilometri del complesso carsico più grande d’Italia, che poi si issa fino a Grotta del Fiume e ancora più in alto a Grotta del vento: qui e negli altri ambienti del vero e proprio tempio della speleologia nazionale, può e deve entrare solo chi è veramente esperto». Giancarlo Cappanera, anconetano di 73 anni, ha ancora la forza di indossare tuta e caschetto indicando la via e dettando le ferree regole: un po’ perché quella passionaccia per le speleo escursioni è una malattia senza tempo, un po’ perché viene considerato a pieno titolo uno dei papà del percorso ipogeo nella verticalissima Gola di Frasassi, divisa tra l’agevole segmento turistico aperto a tutti – su un tracciato di meno di due chilometri – e gli enormi spazi di un accidentato percorso a ostacoli per soli professionisti dell’alpinismo.    Lui, nel 1971, era uno dei coordinatori della squadra del Cai Ancona che, tra intuizione ed ostinazione, riuscì a scoprire la meraviglia dell’Abisso Ancona, porta d’accesso ai tesori del segmento destinato alla fruizione pubblica che ogni anno raccoglie oltre 200 mila visite, ed è in corsa per ricevere lo status di patrimonio dell’umanità Unesco. Anche l’altro uomo del destino, Maurizio Bolognini, che per primo si calò nella cavità 47 anni or sono quando era appena ventenne, ancora oggi lascia spesso la sua Ancona per addentrarsi nei cunicoli di Frasassi, perché «ogni volta che vengo da queste parti mi corre un brivido e inevitabilmente mi torna in mente l’emozione della vita».    Il viaggio, almeno fin dove possibile per chi non ha esperienza ed autorizzazioni, dentro il complesso Frasassi è una magia. Appena usciti dalla porzione turistica, ecco che, per chi vuole provare l’ebbrezza del contatto con la natura ancora più incontaminata, ci si issa a fatica tra scarpate e pareti rocciose a strapiombo in un percorso tanto affascinante quanto sconsigliato a chi è poco coraggioso, ma ripagato dallo spuntare in lontananza di un nuovo dono della natura.  

Quell’ultimo tesoro venuto alla luce porta la data della scorsa settimana, quando i tre speleoricercatori del Cai Jesi, Amedeo Griffoni, Antonio Piazza e Luca Pieroni hanno completato la realizzazione di una sorta di galleria – iniziata sei mesi fa – scavando per mettere in collegamento Grotta del Fiume con Grotta Bella. «Il tunnel – raccontano i tre, per mesi i soli a poter avere accesso nell’area interdetta le ragioni ambientali di sicurezza – sarà utilizzabile solo a scopi scientifici per ricerche sulle forme di vita in grotta».  I loro occhi brillano per l’emozione mentre le sagome riappaiono dai cunicoli della galleria rocciosa: la fame di ricerca è insaziabile. Lo si capisce anche quando indicano la vicina grotta della via Crucis, una piccola e fiabesca stanza nel sottosuolo, che sempre loro avevano portato alla luce appena un anno fa, al termine di una serie di esplorazioni nell’inifinta gola.   Ancora, mentre il dito punta il santuario della Madonna della Grotta, il piccolo tempio sospeso sullo strapiombo mozzafiato tutto in roccia praticamente in verticale rispetto alla sede stradale, dove ogni anno vanno in scena le rappresentazioni dell’affascinante presepe vivente capace di richiamare visitatori da tutta Italia. Perché a Frasassi la magia non finisce mai.