Guardie mediche a rischio: manca personale

Sulla spiaggia di velluto quella turistica è in ritardo. Intanto l’Usca va verso il ridimensionamento: più lavoro ai professionisti di base

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La carenza di medici mette in crisi il servizio di guardia medica nell’entroterra e quella turistica a Senigallia. La mancanza di medici disponibili per il servizio sta creando non pochi problemi nei comuni dell’entroterra, dove sono previste le guardie mediche negli orari serali e notturni e nei giorni festivi e prefestivi. Si tratta in particolare dei comuni di Ostra, Ostra Vetere e Corinaldo. A Senigallia invece la scarsità di medici si ripercuote sul servizio della Guardia Medica Turistica che anche quest’anno, a giugno, non è partito. Il Distretto Sanitario e l’Area Vasta 2 sono al lavoro per cercare una soluzione che consenta l’avvio del prezioso servizio a sostegno dei turisti e pendolari a partire dal 1 luglio e che dovrebbe poi proseguire fino ad agosto. Come se non bastasse il 30 giugno terminerà anche l’attività, in concomitanza con la fine dello stato di emergenza, delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che hanno svolto un ruolo strategico in questi due anni di pandemia. "A fine mese le Usca termineranno ufficialmente il proprio compito ma la Regione Marche e l’Asur sono al lavoro per mantenerle in attività anche se con modalità diverse - spiega il coordinatore dell’Usca Fabrizio Volpini - si sta ipotizzando un proseguimento delle Usca a scartamento ridotto, ossia con un minor numero di medici e personale operativi per continuare comunque a fornire un servizio nei vari territori a seconda nelle necessità".

In caso di una probabile recrudescenza in autunno del Covid è meglio farsi trovare pronti, con un servizio ancora operativo piuttosto che dover ripartire da una riattivazione ex novo. "L’idea di far comunque proseguire le attività delle Usca è per essere pronti qualora i contagi da Covid dovessero riprendere a salire - aggiunge Volpini -. Nell’ultima settimana stiamo assistendo ad un aumento dei positivi e dunque è preferibile farsi trovare preparati con un servizio ancora attivo". Dal 30 giugno intanto il monitoraggio dei soggetti positivi al Covid e potenzialmente a rischio passeranno, come da Decreto Ministeriale, dalle Usca ai medici di famiglia. Un nuovo "aggravio" di lavori per i medici di medicina generale che avranno anche il compito di prescrivere gli antivirali per i soggetti a rischio e per cui è previsto dalla normativa. Si tratta in particolare del Paxlovid che sarà reperibile direttamente nelle farmacie convenzionate.

Giulia Mancinelli