Guerra, cassa integrazione alla Whirlpool

I difficili scenari e i costi del gas hanno portato a dieci giornate per ogni operaio tra giugno e luglio, i sindacati: "Serve chiarezza"

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Guerra in Russia, crisi del gas e difficoltà di reperimento delle materie prime: alla Whirlpool di Melano torna la cassa integrazione.

A comunicarlo alle Rsu nelle ultime ore è stata la direzione dello stabilimento della multinazionale americana che ha evidenziato come l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale sia riconducibile a una temporanea contrazione del mercato.

"Nella giornata di oggi – annunciavano ieri dalla Fiom -, la direzione dello stabilimento Whirlpool di Melano, ha comunicato alla Rsu la necessità di attivare la cassa integrazione ordinaria, causa temporanea contrazione dei mercati, soprattutto nel gas e per la difficoltà di reperimento delle componentistiche elettroniche".

Si tratta di dieci giornate tra i mesi di giugno e luglio, in cui la fabbrica lavorerà circa al 50 per cento rispetto al normale: nello stesso periodo erano inoltre previste due settimane di ferie estive che le persone faranno a rotazione a cavallo dei due mesi.

"E’ chiaro che – spiegano dal sindacato – le prossime settimane saranno molto scariche di lavoro per lo stabilimento. Nella piena consapevolezza delle difficoltà derivanti dal periodo storico che stiamo attraversando, con evidente impatto sulla domanda in tutti i mercati, ribadiamo la necessità che l’azienda si impegni a garantire un veloce ritorno alla piena produzione, comunicandone i tempi previsti in maniera ufficiale, e faccia il possibile per garantire il livelli di reddito delle persone che lavorano e che, ancora una volta, rischiano di essere la parte che pagherà di più le difficoltà derivanti dai futuri scenari mondiali".

Sono circa 550 i dipendenti nel fabrianese che, a rotazione, staranno fermi dieci giorni nei due prossimi mesi: uniti alle due settimane di ferie fanno salire a quasi un mese lo stop produttivo per ciascun dipendente.

Cresce la preoccupazione per via della scarsa possibilità di prevedere cosa accadrà di qui a poche settimane e dopo le ferie estive. Insomma si naviga a vista.

Si sta con il fiato sospeso anche all’Elica dove però per il momento non c’è necessità di ricorrere alla cassa integrazione. Preoccupa l’attuale situazione geopolitica mondiale che esaspera ulteriormente le difficoltà di approvvigionamenti di materie prime e componentistica soprattutto dalla Cina.

Ma a differenza di quanto era stato paventato a aprile scorso non si è verificata per il momento una situazione di fermo produttivo. Né allo stabilimenti di Mergo né a quello di Cerreto d’Esi.

Sara Ferreri