
Pescatori e operatori della baia contrari alla riapertura del mitilo selvatico: "Solo d’allevamento". Mario Giacchetti: "I nostri tre preleveranno sulle piramidi della concessione". Ma ci sono altre 29 barche. .
Oggi riapre la pesca del mosciolo selvatico di Ancona e Portonovo. Dopo mesi che dalle pagine di questo giornale si sono riportate le molteplici voci dei soggetti interessati alla crisi che sta vivendo il mitilo nostrano, unanimi su una chiusura della pesca per almeno un anno, l’inversione di marcia determinata con la decisione della Consulta regionale della pesca, lascia tutti stupiti ed incerti su cosa accadrà nei prossimi giorni. Anche la gente comune, che aveva compreso con responsabilità la necessità del fermo, resta incredula. Certamente più avanti saranno più chiare le dinamiche che hanno portato a questo risultato. Fatto è che i moscioli di taglia commerciale sono veramente rari, dove andranno a pescarli i professionisti? Perché se Portonovo fa quadrato e annuncia che non pescherà né userà moscioli ma solo cozze, dall’altra parte ci sono le altre 29 barche di Ancona che invece da oggi usciranno in mare in cerca di moscioli. "Per mantenere gli impegni presi, i nostri 3 pescatori di Portonovo preleveranno sulle piramidi della nostra concessione al largo della Torre, quindi cozze e non moscioli – afferma Mario Giacchetti della Cooperativa Pescatori di Portonovo – Anche se non essendoci più il Presidio Slow Food potremmo pescarli ovunque ma non lo faremo per tutelare la vita del mosciolo selvatico. La chiusura era il percorso più valido ma serve lo stato di calamità e i conseguenti ristori per i pescatori che senza pesca non possono mantenere le loro famiglie. Noi facciamo una pesca sostenibile e siamo mazziati. Nessuno ci ha aiutati né Slow Food né la Regione".
La decisione presa da Slow Food di sospendere il Presidio non ha reso felici né i pescatori né alcuni operatori della baia che comunque fanno tutti cerchio attorno alla Cooperativa considerata parte integrante della "Famiglia di Portonovo". "Noi useremo solo le cozze pescate dalla Cooperativa – afferma Federica Rubini del ristorante Emilia – quelle pescate nella concessione o allevate a Numana. Sono molte buone. Finite queste le toglieremo dal nostro menù, non prenderemo nessuna altra cozza". Un coro unanime quello degli operatori. "La cozza del Conero è di buon livello e noi ne usiamo molti quantitativi che proseguiremo a prendere solo dalla Cooperativa che si è impegnata sempre molto per tutti noi, da nessun altro – chiarisce Fabio Fiorini di Manifattura di Mare – La pesca non deve essere forzata altrimenti la risorsa in meno di venti giorni si esaurisce. Avremmo preferito che non fosse aperta la pesca per garantire la preservazione del prodotto ed evitare il rischio di non avere più niente il prossimo anno". Quindi un grande ok alla cozza allevata sul Conero. "Sono molto buone - specifica Roberto Mantini di Pesci fuor d’Acqua – La Cooperativa le alleva a Numana. Proveremo quelli che saranno pescati da oggi, se sono buoni bene altrimenti continueremo ad utilizzare quelle che abbiamo preso sino ad ora garantite dalla Cooperativa". Anche Paolo Bonetti dell’omonimo stabilimento è d’accordo: "Non useremo i moscioli selvatici. Si apre la pesca per un prodotto che finirà in pochi giorni. E’ questione di etica. Continueremo ad usare per tutta l’estate solo le cozze della Cooperativa di Portonovo come abbiamo fatto sino ad oggi".
Salvaguardare il mosciolo significa salvaguardare la biodiversità del territorio. Concetto vivo per Enrico Giacchetti, chef dell’omonimo ristorante: "E’ come se non si fosse detto niente sino ad oggi. Se si ritorna a pescare non c’è speranza per la natura, vero è che i pescatori devono anche mangiare. E’ una coperta corta per tutti. Lo Stato non comprende la biodiversità della costa italiana, eccellenza del nostro Paese. Con l’apertura della pesca sentiremo la Cooperativa e ci muoveremo di conseguenza".