Hiv, il medico infettivologo. "Virus inguaribile. Contagi probabili, non automatici"

Il primario della clinica di malattie infettive dell’ospedale regionale Torrette, Marcello Tavio: "Ogni persona reagisce diversamente"

Marcello Tavio, primario della clinica di malattie infettive dell'ospedale di Torrette

Marcello Tavio, primario della clinica di malattie infettive dell'ospedale di Torrette

Ancona, 14 giugno 2018 - Marcello Tavio è primario della clinica di malattie infettive dell’ospedale regionale Torrette di Ancona.

Dottore, è possibile contrarre il virus del’Hiv dopo un solo rapporto sessuale?

«Certo, capita molto spesso».

E’ possibile dare una percentuale di possibilità in questo caso?

«Non esiste una casistica che possa scientificamente essere spiegata con percentuali assolute. Le posso dire che esistono casi di contagio dopo il decimo rapporto e anche di più».

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E’ possibile restare immuni dopo tanti rapporti sessuali non protetti?

«Anche questo è possibile, ma, se vuole restare sulle percentuali, è molto più probabile che ci si possa infettare al primo rapporto».

Da cosa dipende tutto ciò?

«Da persona a persona, dalle caratteristiche fisiche e dell’organismo. Ci sono tanti fattori».

Quale liquido biologico può provocare un contagio?

«Il sangue e i suoi derivati, lo sperma, le secrezioni vaginali».

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Quali invece quelli che non influiscono?

«Le urine, il sudore, le lacrime, la saliva».

E’ possibile avere un quadro clinico di Aids conclamato, essere sieropositivo da nove anni, non seguire alcun tipo di terapia e vivere in maniera più o meno normale come accaduto all’’untore’ di Ancona?

«Il suo caso è piuttosto raro, diciamo che può accadere».

Contagiarsi di Hiv è diverso oggi rispetto agli anni ‘80, quando il virus esplose in Europa, lo conferma?

«Molte cose sono cambiate da allora. La medicina e la virologia in tal senso hanno fatto enormi passi in avanti. Sia chiaro però: l’Hiv resta uno dei virus più letali di sempre».

Significa che la mortalità è rimasta inalterata?

«Esattamente, solo che sono cambiate le protezioni e i rimedi scientifici. Le chance di vita per i pazienti sono elevatissime, adesso l’Hiv si può trattare in maniera regolare, con una qualità della vita molto alta».

Tornare indietro rispetto alla malattia però resta impossibile, non si guarisce?

«Questo purtroppo no a livello virologico, ma a quello immunologico si possono fare passi da gigante, perché le difese possono tornare potenti come quelle di un tempo. Se mi chiede ‘esiste oggi una terapia per interrompere la malattia’, le rispondo di no».

Come si manifestano i primi sintomi del contagio?

«Sono detti sintomi aspecifici e somigliano ad un attacco influenzale: mal di gola, attacchi febbrili, faringiti, ma anche meningiti, dolori muscolari e renali».

Quale il legame, semplificando, tra Hiv e Aids?

«Hiv è il virus, la parte originale della patologia, rappresenta il contagio; l’Aids è la parte terminale, l’evoluzione potenzialmente mortale».