"Ho votato Pesaresi, Ida è maturata molto ma è mancata unità"

Fiorello Gramillano in carica dal 2009 al 2013, poi le dimissioni "Forse è mancato l’ascolto della città. Silvetti? Molto dialogante".

"Ho votato Pesaresi,  Ida è maturata molto  ma è mancata unità"

"Ho votato Pesaresi, Ida è maturata molto ma è mancata unità"

di Giacomo Giampieri

Fiorello Gramillano, 77 anni, ex docente e preside del liceo Galilei. Nel 2009 l’elezione a sindaco di Ancona, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra, vincendo al ballottaggio contro Giacomo Bugaro, centrodestra. Nel suo mandato Gramillano, in conseguenza di alcuni scricchiolii in maggioranza, ha ratificato due volte le dimissioni – per poi tornare sui suoi passi – fino a quelle definitive del gennaio 2013. Di lì, il commissario prefettizio e a giugno 2013 l’incoronazione di Valeria Mancinelli.

Gramillano, da dove nasce questa storica sconfitta del centrosinistra?

"Come accaduto a livello nazionale, il centrodestra ha saputo riunire le varie anime. Il centrosinistra, invece, è andato spesso diviso. E così non si è riusciti a dare una rappresentanza effettiva di centrosinistra alla maggioranza della città. Sono dispiaciuto".

Perché?

"Sarebbe stato opportuno avere alleanze più trasversali nell’area di sinistra con Altra Idea di Città e Movimento 5 Stelle. È vero che su alcuni argomenti i pensieri sono diversi: è corretto e produttivo. Ma ci sono anche idee che convergono e che sarebbero dovute emergere. Altrimenti il risultato che matura non è quello sperato. La differenza è sempre una ricchezza, ma certi progetti, che non si costruiscono domattina, andavano lasciati in sospeso per trovare unità e lasciare in un secondo momento il giudizio alla città".

Quali?

"Dico l’Area marina protetta. Perché non fare un referendum popolare? Se fosse risultata vincente la posizione degli ambientalisti, allora bisognava andare avanti in quella direzione. La città va sempre ascoltata e seguita nel percorso decisionale. Sono uno che, per storia personale, crede molto nel parere della gente".

E sul candidato scelto dal centrosinistra?

"Ida Simonella è una persona molto valida e preparata, non si discute. Ha fatto bene da assessore. Forse ci voleva un po’ più di sprint da parte della coalizione. Perché vince il sindaco, ma è la squadra che deve lavorare all’unisono. Questo senza nulla togliere a Simonella che, da ancora prima delle Primarie, è maturata tanto e cresciuta nella dialettica e nell’empatia".

A proposito di Primarie, se possiamo: l’aveva sostenuta?

"Ho votato per Carlo Pesaresi. Ma sia al primo turno, sia al ballottaggio ho votato convintamente per Ida".

Quanto ha inciso la candidatura di Daniele Silvetti e come ha fatto il centrodestra a vincere?

"Daniele lo conosco da tempo. È una persona preparata, ha le idee chiare che esprime con moderazione. Con lui si può dialogare. Questo già dai tempi quando facevo il sindaco e lui il consigliere comunale di opposizione. Naturalmente non posso essere d’accordo sulle sue ideologie. Ma il centrodestra ha saputo vincere giocandosi la carta dell’unità. Anche le idee diverse, nel momento in cui bisogna raggiungere un risultato impensabile fino a qualche mese fa, sono state messe da parte. È il gioco della politica che porta risultati, almeno all’inizio. Consigli a Silvetti? Mantenga quel suo modo di fare dialogante, tratto positivo che lo caratterizza e mi piace".