I 25 anni dalla morte di "Lady D" "La principessa e la palpebra di Dio"

Un lavoro "intimo" di Paola Giorgi in scena domani al teatro Cortesi di Sirolo in "Sipario aperto 2022"

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Venticinque anni fa se ne andava Diana Spencer, figura amata e contestata come poche. A ricordarne la travagliata esistenza c’è ‘D la principessa Diana e la palpebra di Dio’, in scena domani (ore 21.30, info 0719330952 e 335477618) al Teatro Cortesi di Sirolo nell’ambito di ‘Sipario Aperto 2022 – XXIII Edizione Vetrina Premio Enriquez’. A produrlo è Bottega Teatro Marche, realtà diretta da Paola Giorgi, che ne è interprete e ideatrice. Scritto da Cesare Catà, con la regia di Luigi Moretti, il lavoro è un ‘memoriale post-mortem’ in cui Diana si racconta, confrontandosi con le voci di Carlo (Giovanni Moschella) ed Elisabetta II (Sonia Barbadoro). Sullo sfondo, le musiche eseguite dalla tromba di Chiara Orlando. "Da tempo pensavo a uno spettacolo su Diana – racconta Giorgi -, figura molto ricca, che offre molti spunti. Per me lei è come Antigone, nella sua lotta contro il potere. Quando ne ho parlato con Catà sono venute fuori altre eroine, da Medea ad Artemide. Ecco quindi le citazioni di Sofocle, Euripide, o quelle meravigliose di Ovidio su Arianna". Riferimenti troppo alti? L’attrice dissente. "Così lo spettacolo dà ancora più forza ai testi classici, e ci fa capire quanto siano contemporanei. E’ stata un’intuizione felice. Io vidi Diana a Londra, su una delle macchine aperte con cui la famiglia reale va alla corsa di Ascot. Ed ero a Parigi il giorno in cui morì. Ho vissuto tutto quel delirio, e lei mi è entrata ancora più dentro. Ma non credo ai complotti. E’ stata un’enorme, tragica fatalità". Ma chi è stata, per l’attrice, Diana Spencer? "Una donna che veniva da una famiglia con una nobiltà più antica di quella di Carlo, ma che vedeva la gente allontanarsi dai Reali. Lei voleva essere amata. Era nobile anche d’animo. Con la sua grande umanità, abbracciava i malati di Aids, i bambini in Africa, e si scagliava contro l’uso delle mine antiuomo. E’ stata la prima che in una situazione ufficiale ha indossato i pantaloni. Era intelligente, anticonvenzionale, coraggiosa. Nello spettacolo emerge soprattutto il suo essere madre. Era anche bulimica. Io a lungo ho sofferto di anoressia". Anche per questo, forse, Giorgi parla di un lavoro ‘intimo e potente’. Se cercate ‘santini’ e gossip, lasciate perdere.

Raimondo Montesi