MARINA VERDENELLI
Cronaca

I beffati sono infuriati, non arresi: "Atti secretati, esposto in Procura. Dov’erano Bankitalia e i commissari?"

Dopo l’assoluzione degli imputati in Appello, i danneggiati tornano ad alzare la voce. L’avvocato Canafoglia: "Vogliamo capire cosa è successo durante il commissariamento per effetto del decreto salva banche".

L’avvocato Canafoglia e alcuni dei danneggiati dal crac di Banca delle Marche

L’avvocato Canafoglia e alcuni dei danneggiati dal crac di Banca delle Marche

"Gli azionisti e i risparmiatori sono disorientati, la magistratura deve andare a sequestrare le carte secretate dei commissari. Siamo arrabbiati non arresi". Tornano a combattere i beffati del crac di Banca Marche dopo l’assoluzione, arrivata lunedì scorso in Appello con formula piena, sia per gli ex vertici di Bdm (con il dg Massimo Bianconi compreso) che per quelli della sua controllata Medioleasing. Reati pesanti quali bancarotta fraudolenta distrattiva, false comunicazioni in bilancio e false informazioni contenute nel prospetto dell’aumento di capitale sociale 2012. Tramite il loro avvocato, Corrado Canafoglia per l’Unione Nazionale Consumatori, i danneggiati da Bdm ieri hanno indetto un incontro all’hotel City di Ancona per indicare la strada da portare avanti anche se il processo di secondo grado si è chiuso senza colpevoli per la sparizione di una delle maggiori banche del territorio. "Non ci arrendiamo, chiederemo alla Procura di andare fino in fondo per capire cosa sia successo nel periodo dell’attività commissariale di Banca Marche – ha spiegato l’avvocato Canafoglia -. Uscite le motivazioni della sentenza di assoluzione faremo un esposto legale sugli atti secretati per effetto del decreto salva banche che copre con il segreto d’ufficio l’attività dei tre commissari nominati da Bankitalia". Si preannunciano ancora aule di tribunale per il crac che ha coinvolto 44mila azionisti "e portato via dalle Marche 8 miliardi – ha sottolineato Canafoglia – per consegnarla nelle mani di Intesa San Paolo al costo di 0,33 centesimi di euro, causando la morte di tante aziende locali che si sono viste chiudere i conti e restringere i finanziamenti". Canafoglia, presente con una rappresentanza di risparmiatori da lui tutelati che fanno parte anche dell’associazione Azionisti Privati e Dipendiamo Banca Marche, ha ripercorso l’iter giudiziario di Bdm ricordando che "i commissari nominati da Bankitalia per gestire la crisi, ad agosto 2013, e traghettarla al salvataggio dichiararono tutti in udienza penale che non era in stato di decozione, vale a dire in dissesto, cioè il presupposto per far chiudere la banca. Dobbiamo quindi sapere cosa e chi in una fase successiva possa aver causato il crollo". Tra gli azionisti che hanno perso tutto c’era Marco Gambini, di Jesi, in rappresentanza della madre ormai deceduta. "Aveva investito 400mila euro – ha detto – ne abbiamo recuperato solo il 40% ma lei è morta prima di vederli. Qualcuno un responsabilità deve averla, non sparisce una banca di queste dimensioni desertificando finanziariamente il territorio marchigiano come chi aveva il compito di vigilare sulla banca. Dove erano Bankitalia, i revisori e i commissari?".