I primi 5 anni di Bàgolo "Ho realizzato un sogno"

Il primo giugno sarà festa nel locale che ha dato nuovo vita a via Castelfidardo. Il titolare Guiotto: "Facevo un altro lavoro, mi sono trasferito qui e ho cambiato tutto"

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di Nicolò Moricci

Bàgolo spegne cinque candeline e il 1° giugno sarà festa. Bollicine di felicità, alla caffetteria e vineria di via Castelfidardo. Prima, questo viottolo a due passi da corso Garibaldi, nel pieno centro, era solo uno squallido parcheggio per motorini, peraltro (ancora) piena di buche e avvallamenti. Il merito di aver fatto rivivere una via va a Fabio Guiotto, titolare della caffetteria al civico 4B. I dehors con la gente seduta straripano quasi ogni sera e si brinda con vari prosecchi, sorseggiando – come si dice in Veneto – lo spritz venesian (veneziano). "Aprire una vineria era il mio sogno – spiega Guiotto, ripercorrendo gli anni della sua vita – Da ragazzo, lavoravo nelle vinerie dei parenti, nei bar delle discoteche al nord, in estate, finita la scuola. E poi mi sono trasferito ad Ancona, con la mia famiglia. Ma guardi che facevo tutt’altro – precisa – lavoravo nel settore della moda, ero tintore e seguivo il celebre stilista Rick Owens".

Poi, un giorno, Guiotto passa di qui, in via Castelfidardo, e apprende della chiusura della libreria Canonici, allora ospitata nei locali in cui oggi c’è Bàgolo. "Ho detto a mia moglie che questo sarebbe stato il mio locale. Ho mollato la mia vita precedente e ho aperto la vineria". C’è una squadra perfetta, dietro il bancone: Fabio, la moglie (e socia) Raffaella Piazzini e le dipendenti. Tutti col sorriso. La domanda, però, sorge spontanea: davvero, di questi tempi, si fatica a trovare personale? "Io il personale l’ho sempre avuto e l’ho sempre pagato, anche quando eravamo chiusi per via del lockdown. Bisogna trattarla bene la gente che lavora con te. Non so se il reddito di cittadinanza invogli a stare a casa, ma posso dire – continua Fabio – che il covid ha cambiato le carte in tavola e disorientato i giovani. È colpa del virus se le abitudini sono state stravolte e se io non riesco più a offrire il servizio la domenica, come ho fatto fino a tre anni fa".

Già, perché restare aperti 7 giorni su 7 "richiede una grossa forza economica, che al momento la ristorazione non ha. Bene i croceristi e i piccoli passi avanti in città. Di Ancona – evidenzia Guiotto – mi piace tutto, a partire dalla gente". Su Ancona, Guiotto nota che "bisogna remare nella stessa direzione per migliorarla, ma negli anni si è fatto molto. Ora, alle istituzioni chiederei due cose: dei sussidi per essere operativi la domenica e la riapertura completa del porto".

Per Fabio, i clienti spendono belle parole: "Ha un bel rapporto coi clienti e coi dipendenti – dice Lucio Mariotti – Entri qui e ti senti a casa". Mentre mangiamo un sandwich con la soppressa e sorseggiamo uno dei prosecchi di cui Guiotto vanta l’esclusiva regionale, scattiamo una foto sulla Bàgolo bike: "Mi muovo sempre in bici. La mattina arrivo alle 5.30, dopo aver attraversato il Viale. Non vedo l’ora di pedalare sulla ciclabile di Portonovo".