"I tentacoli delle mafie sul porto dorico? E’ appetibile, ma ora non ci sono indagini"

Così il Procuratore generale, Sergio Sottani, dopo l’allarme lanciato dal dossier dell’associazione di Don Ciotti "Libera". Il presidente dell’Authority, Rodolfo Giampieri: "Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia, ma i controlli funzionano"

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di Pierfrancesco Curzi

"I porti sono appetibili e la criminalità organizzata li ha da tempo attenzionati, ma su Ancona non abbiamo elementi tangibili per dire che le mafie stiano utilizzando lo scalo dorico". Il Procuratore generale, Sergio Sottani, non si sottrae alle domande e alla discussione innescata dal dossier sui porti italiani presentato dall’associazione "Libera" nei giorni scorsi. Dal report emerge come Ancona abbia una posizione di assoluto rilievo in ambito nazionale, al punto da spingere Libera ad affermare che Ancona "è tra gli scali più sfruttati dalle mafie. Assieme a Cagliari, Genova e Gioia Tauro il porto anconetano è presente in tutte le relazioni analizzate dalla Dia".

Un dossier preoccupante quello realizzato dall’associazione guidata da Don Ciotti che da sempre si è interessata delle ricadute generali sui territori in ambito di organizzazioni criminali, compresa Ancona e le Marche: "Ad oggi non esistono indagini penali in corso collegate al presunto interesse delle mafie sul porto di Ancona – aggiunge Sottani – Queste organizzazioni non hanno interesse a creare troppa attenzione monopolizzando palesemente un’infrastruttura come i porti, i fenomeni più pericolosi sono le mani sul capitale economico e la matrice corruttiva. In tal senso è stata importante l’indagine partita da Rieti nel 2017 sulla corruzione proprio alle Dogane di Ancona con alcuni funzionari finiti a giudizio. In sostanza, penso sia pericoloso e fuorviante creare polveroni, specie in una materia delicata come questa, detto questo non è possibile escludere a priori che ci siano effettivamente interessi ed appetiti da parte della criminalità organizzata, anche di organizzazioni straniere. Del resto la posizione del porto di Ancona è davvero strategica in quanto si affaccia verso oriente e rappresenta un punto di ingresso privilegiato dei traffici complessivi proprio da quella direttrice".

A legiferare e regolare lo sviluppo ed i traffici dei porti sono le Autorità portuali, emanazioni ministeriali sul territorio. La presentazione del dossier di Libera ha suscitato la reazione anche dell’Ap di Ancona, in questo momento in una sorta di fase commissariale in attesa di capire le scelte del ministero competente sulla sostituzione o meno dell’attuale presidente, Rodolfo Giampieri: "Il rapporto di Libera inquadra nel contesto nazionale di lotta alle mafie l’impegno profuso dalle forze di polizia e dalla magistratura nei maggiori scali nazionali – spiega Giampieri – Un impegno che nel porto di Ancona è tangibile, grazie alla quotidiana attività di coordinamento ed ai severi e professionali controlli svolti da ciascuna delle forze dell’ordine presenti nello scalo, a cui vanno il plauso e la gratitudine per i risultati di primo piano in termini di sequestri di stupefacenti e smascheramento di comportamenti illeciti e criminali. Ben venga l’attenzione mediatica su questi temi in un territorio con un tessuto sano, ma a rischio di infiltrazioni, come viene definito dal rapporto. Un’attenzione non scontata ed utile a trasmettere alle donne e agli uomini che ogni giorno contrastano le mafie il consenso, la coesione ed il sostegno di tutta la comunità. È compito di ciascuno di noi mantenere la massima attenzione perché questi fenomeni non trovino spazio per attecchire. Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia".