Il 25 aprile di Filisetti scatena l’ira della Cgil

Il messaggio del direttore scolastico regionale: "Immane conflitto che ha visto gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni"

Migration

E’ tornato a scatenare mugugni di tanti il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti, fautore del lungo messaggio per la celebrazione del 25 aprile indirizzato agli studenti. C’è un passaggio in particolare che ha fatto di nuovo, dopo quel famoso lasciato agli studenti quasi due anni fa in occasione della festa delle forze armate, che ha fatto infuriare la Cgil Marche. "E’ stato un immane conflitto che in particolare ha visto gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno, ma di cui tutti si sentivano carichi, dando luogo ad uno scontro marcato dal ferro e dal sangue, che ha diviso, frantumato il nostro popolo – dice Filisetti riferendosi ovviamente al grande periodo bellico -. Ma dopo la grande catastrofe, il "25 aprile" darà vita alla nuova Costituzione con progetti ideali, lucidi, ispirati ad un alto senso di giustizia, con il superamento delle antitesi disperate, delle demonizzazioni reciproche, ammettendo per tutti la propria storia, senza con ciò confondere il bene col male, ma riconoscendo il supremo valore della pace nel suo significato proprio, cioè dell’unione che salda armonicamente un popolo con la Pasqua ossia "passando oltre" senza perdere memoria e ragioni del proprio passato". Assunto, il primo, e affermazioni seguenti che hanno scatenato il caos. "Il direttore Filisetti ci riprova con i suoi rigurgiti revisionisti. Deve essere stato proprio affezionato a ciò che ha scritto un anno fa visto che anche quest’anno ripropone tali e quali gli stessi antistorici messaggi nella lettera inviata ieri alle studentesse e agli studenti marchigiani in occasione del 25 aprile, giornata della Liberazione – rivendica la segreteria regionale della Cgil -. A noi non resta quindi che ribadire ancora una volta quanto sia banale e stucchevole nella sua foga nostalgica e revisionista, visto che ormai a ogni anniversario sembra non voler perdere occasione per propugnare la sua retorica antistorica, continuando a mistificare la storia e tradendo proprio lo spirito della Costituzione. Vogliamo ricordare di nuovo al direttore che quella repubblicana non è la nuova Costituzione ma la Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’antifascismo. Un ventennio in cui il fascismo cancellò diritti e libertà, dalle libertà di espressione politica, sindacale, di stampa, di associazione con la repressione e tanto altro. Questo però Filisetti sembra non volerlo ammettere e parlando di "rispettive ragioni, giuste o sbagliate, rispettivi sogni, condivisibili o meno" continua imperterrito a mettere sullo stesso piano chi lottava per la libertà e chi invece quella libertà l’aveva per decenni negata ad altri". Già l’anno scorso la Cgil aveva invitato Filisetti a consigliare agli studenti marchigiani di studiare uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, Italo Calvino e in particolare il suo primo romanzo, "Il Sentiero dei nidi di ragno": "Quest’anno gli suggeriamo la biografia di Sandro Pertini che affermo chiaramente che il fascismo non è un opinione, è un crimine".