Il baby bullo pentito beffa la rieducazione: altre due rapine e violenze a giovanissimi

Era stato messo alla prova dal tribunale dei minori: invece che fare volontariato in una comunità per disabili è tornato a delinquere

di Marina Verdenelli

Doveva fare servizi di volontariato, aiutando ragazzi disabili e rimanendo in una comunità educativa, invece si sarebbe macchiato di nuovi reati tanto che adesso è indagato per due rapine commesse a Fano l’8 maggio scorso. Non sembra essersi pentito il baby bullo falconarese, arrestato quando era minorenne ad ottobre di un anno fa, dalla Squadra mobile per vari episodi di stalking ed estorsione commessi ai danni di ragazzini fragili, insieme ad altri quattro giovani (uno era già maggiorenne all’epoca dei fatti). La Procura minorile ha chiesto la revoca della messa alla prova. Per evitare il processo per i fatti anconetani era stato infatti disposto per lui un percorso rieducativo, fuori dalla provincia dove risiedeva con la famiglia, in una comunità specifica, per 27 mesi, senza mai tornare a casa. Lì doveva aiutare gli altri e fare volontariato per due anni e tre mesi, ad iniziare da febbraio scorso, e dopo i quali il giudice avrebbe dovuto valutare se il suo comportamento era cambiato e maturato per tornare alla sua piena vita da libero.

Il tribunale dei minori aveva accolto la messa alla prova ma nei giorni scorsi ha ricevuto la comunicazione, da parte del commissariato di polizia di Fano, che il baby bullo, oggi 19enne, era indagato per aver partecipato a due rapine commesse a Fano. In quella circostanza erano stati aggrediti due giovani, uno di 17 anni con 30 giorni di prognosi, che lo hanno riconosciuto poi da foto segnaletiche. A lui il commissariato era arrivato dopo una indagine partita a seguito delle rapine e che a giugno ha fatto scattare anche tre custodie cautelari nei confronti di tre ragazzi che avrebbero fatto parte del gruppo criminale composto da almeno 8 persone.

In una delle due rapine era stata fermata un’auto e accerchiata dalla banda per farsi dare dai due occupanti un braccialetto e un cellulare. Nella seconda rapina gli stessi soggetti avevano raggiunto il parcheggio davanti alla Rocca Malatestiana dove avevano rubato un cellulare e un marsupio ai due giovani di cui uno di 17 anni. Il minorenne aveva cercato di difendere l’amico ma il gruppetto lo aveva aggredito rompendogli il naso. Anche in quei casi le vittime sarebbero state sbeffeggiate per il loro aspetto fisico e bullizzate, proprio come nelle vittime anconetane.

Il tribunale dei minori ha sospeso il procedimento di messa alla prova per il baby bullo falconarese e sulla revoca o meno del percorso educativo chiesta dalla Procura, perché sono venuti meno gli impegni di cambiamento con cui aveva aderito alla messa alla prova e che lo porterebbe quindi subito a giudizio, l’udienza è stata aggiornata al 19 ottobre.

Il baby bullo, quando si era mostrato pentito, aveva letto anche una lettera di scuse indirizzata alle vittime (furono 4 quelle contestate) nel collegamento via video fatto in tribunale a febbraio, dal carcere minorile di Nisida dove era recluso allora, dicendosi pronto a cambiare. In quella occasione si era detto anche pronto a risarcire economicamente i ragazzini che aveva terrorizzato ma gli avvocati di due parti offese, rappresentate da Laura Versace, per un 15enne, e Arianna Benni, per un 17enne, avevano rifiutato dicendo di indirizzare quei soldi a favore di associazioni che tutelano le vittime di bullismo.