
Nell’abitazione dell’osimano trovati 500 file con protagonisti dei minorenni. A lui si è arrivati dopo settimane di indagini: denunce anche da fuori regione.
Atti sessuali con minorenni e in casa aveva numeroso materiale pedopornografico che avrebbe scambiato con altre persone attraverso la rete internet. Foto, video, per un totale di 500 e oltre file con protagonisti dei bambini adescati in tutta Italia. Erano nell’abitazione di un 37enne osimano arrestato dalla polizia e messo ai domiciliari. Le manette per l’uomo sono scattate mercoledì, dopo una accurata perquisizione fatta in casa dagli agenti della polizia postale e del Commissariato di Osimo. L’accusa è di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico e atti sessuali con minorenni. Si tratterebbe di rapporti virtuali, fatti sempre attraverso collegamenti internet, dove li avrebbe costretti ad atti sessuali a distanza. A lui la polizia postale è arrivata dopo settimane di indagini, scattate a seguito di alcune denunce ricevute, anche fuori dalle Marche.
La rete dei pedofili è molto ramificata in rete e seguendo la navigazione sul deep web gli agenti sono riusciti a captare qualcosa che li ha portati dritti all’osimano. La polizia, in una nota stampa diramata ieri pomeriggio, non ha indicato quante siano le vittime cadute nella rete dell’osimano ma si sospetta siamo numerose per la quantità dei file sequestrati e che saranno ora analizzati. Dai primi accertamenti è emerso che nei dispositivi informatici in uso all’uomo (computer ma anche cellulare) c’erano foto e video con minorenni (sia femmine che maschi) in atteggiamenti sessuali. L’analisi del computer è stata fatta dagli operatori del Cosc, il centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale. A coordinare le indagini è stata la pm Serena Bizzarri.
Ieri il 37enne ha affrontato l’udienza di convalida dell’arresto davanti alla gip Sonia Piermartini, in tribunale, ad Ancona, dove è arrivato con i suoi due avvocati. "I provvedimenti eseguiti – ricorda la polizia – costituiscono misure cautelari disposte in sede di indagini preliminari avverso cui è ammesso mezzo di impugnazione e il destinatario delle stesse, in quanto persona sottoposta alle indagini, è da considerare innocente fino a sentenza definitiva".
ma. ver.