
Il candidato a governatore delle Marche per il centrosinistra, Matteo Ricci
L’ha già detto, lo ripete. Per Matteo Ricci, candidato governatore designato dal Pd (e probabile di un campo extralarge di centrosinistra), le Marche "oggi sono una regione semi sconosciuta, una regione che non conta nulla a livello nazionale e a livello europeo". Ma promette, in caso di elezione in autunno, un cambio di rotta: "Come ho fatto diventare Pesaro una città nazionale in dieci anni, il mio obiettivo è nei prossimi dieci far diventare le Marche una regione europea". Torna cauto: "Non è facile però". E rispolvera un cavallo di battaglia: "Il primo testimone di una regione è il presidente. Noi non metteremo mai gli interessi di partito prima degli interessi della nostra gente – aggiunge l’eurodeputato dem – e, anzi, più saranno amici i nostri interlocutori e più saremo determinati a portare avanti le istanze delle Marche". Per lui, invece, "in questi anni è successo il contrario, sono andati a Roma a prendere gli ordini".
Cita Luca Zaia (Lega, presidente del Veneto) e Stefano Bonaccini (Pd, ex dell’Emilia Romagna) per aver "sempre fatto valere gli interessi della loro regione" e, pur senza menzionarlo direttamente, sembra riferirsi al governatore uscente di centrodestra Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia, pronto a correre per il bis a Palazzo Raffaello) quando dice "se il presidente non lo conosce nessuno, il problema non è suo, ma diventa un problema di competitività delle Marche". Incalzato dall’Ansa, per Ricci "le Marche rischiano il declino, tutti gli indicatori socio-economici dimostrano che siamo in crisi, stiamo andando indietro". Quindi, parer suo, serve una "riscossa". Da qui al 2050 vuol fare delle Marche la regione "con la migliore qualità della vita in Europa. Dove si vive meglio si può anche lavorare meglio, ovviamente però il lavoro deve essere attrattivo e ben pagato". Come? Prima rafforzando le università storiche, poi innovando su alcuni settori per diventarne leader italiani: l’applicazione dell’intelligenza artificiale al manifatturiero, l’economia circolare e l’economia verde, nonché investendo su beni e prodotti per la terza età "perché abbiamo un invecchiamento della popolazione molto forte".
Le risorse, per Ricci, andrebbero orientate anche sulle esportazioni, specie in un periodo di "grande preoccupazione" delle imprese per i dazi americani. Spinge ancora sul pedale per le aree interne, dopo il "bike tour" dei giorni scorsi. Cinque proposte anti spopolamento: 30mila euro a fondo perduto per chi ci andrà a vivere, asili nido gratuiti e trasporto scolastico gratis. Poi rilancia sul contributo regionale alle pluriclassi per mantenere le scuole nei piccoli paesi ("Se chiude la scuola, chiude l’anima di quel Comune") e sulla sanità territoriale ("È necessario offrire incentivi ai medici di base"). Sulla ricostruzione post sisma 2016, "le procedure vanno semplificate". Accusa: "Stanno spendendo tutti i soldi stanziati o da Governi precedenti o dall’Europa, a partire dal Pnrr. In questi anni non hanno portato un euro nelle Marche. Gli unici soldi sono i 400 milioni per l’alluvione 2022". L’ultimo affondo sul nodo dei balneari: "Li hanno presi in giro per almeno un decennio, illudendoli che la direttiva Bolkestein non si sarebbe applicata. Questo ha creato incertezza e rinviato gli investimenti".