REDAZIONE ANCONA

Il commissario Castelli: "Marche, cambio di passo. Sarà l’anno dei cantieri"

"I dati sono chiari: dal 2022 oltre 2.500 famiglie sono rientrate a casa". In Valnerina sbloccati i lavori per la mitigazione del rischio idrogeologico. "Ad Arquata ci prepariamo all’avvio di uno dei cantieri simbolo del cratere".

Il senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post terremoto

Il senatore Guido Castelli, commissario alla ricostruzione post terremoto

Commissario Guido Castelli, alla fine di marzo si è chiusa nuovamente la piattaforma per l’adesione all’assistenza abitativa post sisma. Qual è oggi la situazione nelle Marche?

"Dati alla mano, possiamo affermare che oggi, nelle Marche, la situazione è in netta evoluzione. Nel 2022 i beneficiari delle misure di assistenza nella regione erano 8.702, di cui ben 6.600 rientravano nel Contributo di autonoma sistemazione (Cas). Oggi i numeri ci dicono che la domanda complessiva per tutte le forme di assistenza è scesa a 6.150, e i beneficiari del solo Cda (Contributo per il disagio abitativo) sono 4.256. Ciò significa che durante il mio mandato oltre 2.500 nuclei familiari sono rientrati nella ‘normalità’. Si tratta di un dato rilevante, che fotografa il cambio di passo in atto nella ricostruzione privata, nonostante il periodo complesso dovuto al passaggio dal Superbonus al nuovo contributo parametrico".

La ricostruzione post sisma di Ancona è a un punto di svolta? Che cosa può insegnare l’esperienza del cratere 2016 ad altre aree italiane a rischio?

"I dati ci dicono che il fabbisogno complessivo stimato per il sisma di Ancona è di circa 458 milioni, di cui 177 per la ricostruzione privata (230 edifici) e 280 milioni per la pubblica (234 interventi). La ricognizione è stata frutto di un lavoro puntuale – affidatomi dal governo Meloni, che ringrazio per la fiducia –, che ora ci consente di procedere con i prossimi passi. Certamente, in questo, l’esperienza del cratere 2016 è stata un esempio ineludibile, che ha ispirato anche la recente legge sulle ricostruzioni. Portiamo un approccio, basato sulla governance multilivello, sull’innovazione nella ricostruzione, sulla giusta considerazione dello sviluppo sociale ed economico, che può ispirare ogni altra area d’Italia vulnerabile, specie quelle che, come Ancona, si trovano a fronteggiare eventi sismici in zone non originariamente considerate ad alto rischio".

Lei ha più volte definito il 2025 come l’anno dei cantieri. Che cosa significa concretamente? Quali risultati si aspetta di raggiungere entro la fine dell’anno e quali segnali tangibili già si colgono nel cratere?

"Lo vediamo nei centri storici che si rianimano: a Camerino con l’avvio del programma del centro e l’avanzamento delle ordinanze speciali, a Castelsantangelo sul Nera si è sbloccato il progetto per la mitigazione del rischio idrogeologico, a Visso sta partendo il centro storico. Ad Arquata del Tronto ci prepariamo all’avvio di uno dei cantieri simbolo dell’intera area del cratere. La chiave, a mio parere, è nel gioco di squadra con la Regione e con i territori. Anche grazie a un Usr sinceramente attento al dettaglio e al lato umano di questo lavoro, siamo riusciti a intercettare le necessità in modo rapido, adeguando norme e risorse con tempestività. Penso alle scuole: negli ultimi mesi abbiamo evaso l’85% degli ordini di attivazione per mandare avanti progetti e lavori. Abbiamo anche ulteriormente facilitato il lavoro dei soggetti attuatori attraverso gli Atti tipo realizzati insieme ad Anac, così da garantire legalità e celerità. L’obiettivo per la fine dell’anno è di avvistare all’orizzonte delle nostre aree interne ancora più cantieri. Vogliamo dare forma a quell’idea di ricostruzione che non si limita a riparare ma rigenera e alimenta nelle generazioni future il sentimento che Vito Teti chiama ’restanza’. Restare come scelta attiva, come atto d’amore per la propria terra. Dobbiamo però nutrire questa scelta di possibilità, lavoro, occasioni di sviluppo. Solo così potremo combattere il nemico numero uno del cratere che non è il sisma, ma lo spopolamento".

Marco Principini