Il Comune sostiene ma non organizza una discoteca

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Paolo

Marasca *

La scelta è stata sin da subito di sostenere le iniziative di intrattenimento e di svago, rivolte soprattutto ai giovani e magari organizzate dai giovani stessi. Lo abbiamo fatto con continuità, e anche coltivando una speranza: che qualcuna di quelle iniziative sporadiche generasse una realtà più stabile, che da una crew nascesse un soggetto intenzionato a rischiare qualcosa privatamente e, con l’aiuto del Comune, a dar vita a nuove opportunità. Non è del tutto normale che un Comune sostenga, a volte economicamente, serate come quelle di Portobello o alla Palombella. Noi abbiamo deciso di farlo perché ne abbiamo capito la necessità. Oggi continuiamo su questa linea, ad esempio sostenendo i costi relativi ai piani di sicurezza e al personale per il Gulliverock, o ospitando gratuitamente VinoKilo. Per fare solo due esempi. Ma va fatto anche altro. Va attivato un lavoro di squadra di tutto il territorio, perché non è pensabile che un Comune si prenda la briga di organizzare una discoteca. Ma non è nemmeno pensabile che un Comune debba solo fare da sentinella. Ho ascoltato negli ultimi giorno molte voci, ed ecco che si fa. Anzitutto, si rendono più chiare le disposizioni tecniche. Quando si può suonare in un locale senza chiamare l’ingegnere che certifica? Quando diventa spettacolo pubblico? Nei prossimi giorni faremo un incontro tra noi e gli enti che decidono queste cose (e sanzionano) e così sapremo comunicare in maniera più chiara. Poi, si continua a sostenere, progetti veri, dove le persone che organizzano si assumono i loro rischi (anche economici) e il Comune sostiene il progetto. Però, non prendiamoci in giro. Non c’è alcun divieto di ballo, non c’è alcun divieto di fare musica. Ci sono norme complicate (non comunali) e ci siamo dentro anche noi. Non riduciamo tutto a una campagna elettorale piccina piccina, che fa di un’ordinanza che a quanto pare non legge nessuno nel suo dispositivo un atto di proibizionismo (leggetela!). Questo Comune, senza ombra di dubbio, ha sostenuto e sostiene continuamente iniziative. In attesa che qualcuno, anziché voler solo fare una festa, abbia voglia di aprire un’attività e rischiare in proprio, non i soldi pubblici.

* Assessore alla Cultura