"Il Crogiuolo" di Miller con Dini

L’attore e regista porta in scena dall’8 dicembre alle Muse il dramma legato alla vicenda della cittadina di Salem

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Debutta l’8 dicembre (repliche fino all’11) al Teatro delle Muse di Ancona, in esclusiva regionale, "Il Crogiuolo" di Arthur Miller, tradotto da Masolino d’Amico, per la regia di Filippo Dini. Artista residente del Teatro Stabile di Torino, dopo i recenti successi di Casa di bambola, The Spank e Ghiaccio, Dini dirige e interpreta uno dei testi più feroci e critici nei confronti di una società, quella americana, ma per estensione quella umana, in cui la delazione e la calunnia innescano un meccanismo incontrollabile di intolleranza e violenza. Arthur Miller scrive "Il crogiuolo" nel 1953 durante il Maccartismo: una vera e propria psicosi anticomunista, che si protrasse per tutti gli anni Cinquanta con strascichi anche oltre, generando terrore, tradimenti, condanne, morti. Sulla spinta di questo stato di follia collettiva, il drammaturgo sceglie di rappresentare la comica demenza della sua contemporaneità e i suoi tragici esiti attraverso la storia di uno degli episodi più misteriosi della storia americana: la caccia alle streghe avvenuta a Salem, in Massachusetts nel 1692.

"A Salem – dice Dini – tutto ebbe inizio dallo strano comportamento di un paio di adolescenti, che forse manifestavano solo la difficoltà di molte loro coetanee di tutte le epoche a superare quella terribile e beata età in cui si lotta per diventare adulti, desiderando la morte del fanciullo che ci tiene ancorati all’innocenza. Fu così che i medici, non trovando ragioni scientifiche ai loro bizzarri atteggiamenti, rimandarono la faccenda alle autorità, alla comunità, quindi alla chiesa, al pastore.

Ne conseguì che le ragazze, accusate di essere preda di un maleficio, si videro costrette ad accusare altre persone del villaggio di averle stregate e grazie a un crescendo di follia e paura, e grazie all’espandersi del fenomeno ad altre ragazze, e di conseguenza ad altre persone accusate, 144 persone furono processate e 19 furono giustiziate. Miller scrisse questo dramma durante quel periodo funesto del Maccartismo, quando lui e altri artisti e intellettuali furono ‘presi sotto osservazione’ dalla Commissione per le attività antiamericane, prima sotto la presidenza Truman, poi sotto quella di Eisenhower".

"L’arma più efficace in questa indagine fu la delazione: chi non faceva dei nomi di altri simpatizzanti comunisti, veniva accusato di oltraggio e oltre a passare qualche guaio con la giustizia, avrebbe decretato la fine della propria carriera. Lo scrittore non ne fece nessuno, quando venne interrogato qualche anno dopo aver scritto Il crogiuolo, e tutto sommato riuscì ancora a lavorare con discreto successo. La trasposizione della sua storia in quella di Salem è una metafora della sua vicenda personale, ed è quella alla quale ci aggrappiamo per raccontare il nostro contemporaneo".