Degrado porta abbandono, abbandono porta disagio, disagio porta insicurezza e insicurezza spesso può sfociare in violenza: una catena ineluttabile che col tempo conduce a conseguenze molto serie sotto il profilo sociale. Benvenuti al Piano, il quartiere più popolare e popoloso del capoluogo che sta diventando, sempre più ad ampie falcate, una sorta di ghetto dedicato riservato alle fasce sociali più svantaggiate. Col passare degli anni le politiche dell’integrazione non hanno fatto scattare osmosi positive e di recente si sta assistendo a una vera e propria deriva. Questione di welfare e di decoro. La cura della città, pessima ovunque, devastante in quel quartiere, peggiora a vista d’occhio la percezione di sicurezza. Sporcizia, degrado, rifiuti abbandonati, strade groviera, zero cura del verde e via discorrendo si uniscono al totale silenzio sotto il profilo delle iniziative culturali: già non sufficienti prima, col passaggio dal centrosinistra al centrodestra anche le poche iniziative di coinvolgimento sono sparite per spostare tutto in centro, tra il porto e il Passetto. Nel viaggio che abbiamo fatto da corso Carlo Alberto fino a piazza d’Armi, parziale certo e sicuramente da approfondire, ci siamo trovati davanti a una città parallela dove sembra di vivere in un altro mondo. Il degrado dell’area attigua al mercato del Piano (dove per fortuna sono in corso i lavori di costruzione del nuovo spazio mercatale), le casette di fianco all’ex campo sportivo, grida vendetta. Cumuli di rifiuti, sporcizia, verde distrutto e infestante. Sono questi i segnali dell’abbandono sociale di una parte della città dove è più facile che si annidi il malaffare. Lo stesso corso Carlo Alberto, dove domenica sera si è consumata una rapina, è ostaggio del suo disagio. Rifiuti ingombranti abbandonati in varie discariche spontanee che si alimentano di volta in volta, poca cura e un senso di serpeggiante insicurezza che rende impossibile qualsiasi integrazione. C’è degrado anche in altre zone, da piazzale Loreto a largo Sarnano. La convivenza tra comunità straniere e anconetani non c’è mai stata. Restano solo i controlli da parte delle forze dell’ordine e, da qualche mese, della squadra antidegrado della polizia locale che crescendo nei numeri e nelle attività potrebbe portare benefici importanti. Per ora il condizionale resta d’obbligo. A tenere botta è il commercio, o meglio una parte del settore che in quell’area ha investito e creduto, da alcuni negozi di qualità ad altri storici, passando per bar, gelaterie ecc. in questo periodo a cavallo di Ferragosto, il senso di abbandono emerge ancora di più. Dall’ultima settimana di agosto all’inizio di settembre anche al Piano torneranno a pullulare i clienti del grande mercato commerciale del quartiere.
Pierfrancesco Curzi