Andreea scomparsa, il fidanzato indagato: "E' viva, si sta nascondendo"

All’esame degli inquirenti soprattutto alcuni cellulari per cercare ogni possibile traccia in chat e social. L’avvocato di Simone Gresti: "E’ tranquillissimo perché è estraneo alla vicenda, non ha nulla da nascondere"

Simone Gresti, 43 anni, indagato per la scomparsa di Andreea Reabciuc

Simone Gresti, 43 anni, indagato per la scomparsa di Andreea Reabciuc

Cellulari e casolare al setaccio per trovare tracce della ragazza scomparsa. La Procura ha disposto ieri due accertamenti irripetibili sul caso di Andreea Rabciuc, la 27enne di origine romena di cui non si hanno più notizie dal 12 marzo scorso, dopo una festa passata nelle campagne vicino Moie. La prima, quella su cinque telefonini, è stata affidata ieri all’analista forense Luca Russo, che si è preso sessanta giorni di tempo prima di relazionare sul contenuto alla pm Irene Bilotta. Al conferimento dell’incarico c’era anche l’avvocato di Simone Gresti, 43 anni, trasportatore di Moie, unico indagato al momento per la scomparsa della giovane. Il legale ha nominato la "Servizi Investigativi Srl" di Ancona, una agenzia di investigazione privata, come consulente di parte per partecipare agli accertamenti. L’accusa ipotizzata in questa fase è di sequestro di persona perché non essendoci ancora un corpo è presto, per gli inquirenti, avanzare ipotesi di reato più gravi. Due dei cellulari sotto esame sono di Simone, gli altri di persone a lui vicine, compresi gli amici che erano con lui e Andreea nel casolare la sera prima che la 27enne sparisse nel nulla. Si cercano messaggi, chat e interazioni con i social utili a chiarire cosa sia successo veramente quella notte.

"Il mio assistito è tranquillissimo – ha detto il legale di Simone, l’avvocato Emanuele Giuliani mentre ieri attendeva che in Procura si definisse il conferimento d’incarico per la perizia – è estraneo alla vicenda ed è sereno anche se chiaramente è dispiaciuto dell’allontanamento della fidanzata. Crede che la ragazza si stia nascondendo da qualche parte". Sul motivo per cui il suo assistito si è tenuto il cellulare della ragazza per quasi due giorni, prima di consegnarlo alla madre di lei, ci sarebbero solo questioni di cuore. "Ha dichiarato che glielo ha lasciato la fidanzata – ha chiarito l’avvocato – come successo in altre occasioni, come prova del fatto di non avere nulla da nascondere. Simone ha già dichiarato che in quel momento c’era stata una discussione ed è stato un gesto istintivo della ragazza che non aveva nessun problema. L’iscrizione del mio assistito sul registro degli indagati è stato solo un atto dovuto per far partire le indagini. Ogni considerazione adesso è prematura, vediamo gli sviluppi dei prossimi giorni".

Andreea e Simone erano andati a convivere da alcuni mesi, a casa di lui, a Moie di Maiolati, dove abita anche la mamma dell’indagato. Ieri Simone sarebbe andato regolarmente al lavoro, nella ditta dove fa il trasportatore. Un impiego avuto di recente. Mercoledì mattina ha dovuto saltare il lavoro invece perché era stato convocato in caserma a Jesi, dai carabinieri, per il sequestro del cellulare. La pm Bilotta, che aveva raggiunto poi la caserma, ha sentito solo gli altri tre convocati, il ragazzo e la ragazza che erano con Andreea al casolare e un terzo uomo, ma non Simone.