MARINA VERDENELLI
Cronaca

Il figlio del medico eroe. Indagato per aver ucciso la moglie avvelenandola con il nitrito di sodio

Vincenzo Profili, 89 anni (al padre Engles è intitolato l’ospedale di Fabriano) accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione e minorata difesa. L’ipotesi: sostanza mescolata ai farmaci per Daniela Chiorri, morta nel 2023.

A sinistra Daniela Chiorri, morta a 81 anni il 25 maggio del 2023. In ospedale era finito anche il marito, Vincenzo Profili, sulla destra, ora indagato per il decesso della consorte

A sinistra Daniela Chiorri, morta a 81 anni il 25 maggio del 2023. In ospedale era finito anche il marito, Vincenzo Profili, sulla destra, ora indagato per il decesso della consorte

Prima è finito in ospedale il marito, il giorno dopo la moglie. Un doppio ricovero che ha insospettito l’ospedale ravvisando i sintomi di un probabile avvelenamento. A casa della coppia sono andati i carabinieri che hanno sequestrato cibo, latticini, bevande e persino bottiglie di acqua fatte analizzare da appositi laboratori. Nessuna traccia di sostanze velenose. Il risultato che ha portato la Procura ad aprire un fascicolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dal legame di parentela e dalla minorata difesa è stato l’esito dell’autopsia fatta sulla moglie, Daniela Chiorri, morta a 81 anni, cinque giorni dopo il ricovero all’ospedale di Fabriano, l’Engles Profili, che porta il nome del suocero, valoroso partigiano e medico dei poveri. Il reato ipotizzato dalla Procura è a carico del marito della donna, Vincenzo Profili, 89 anni, anche lui medico come il padre ma ormai in pensione.

La moglie di Profili è deceduta il 25 maggio del 2023, per un avvelenamento da nitrito di sodio, come ha chiarito l’autopsia depositata diversi mesi dopo. In ospedale era arrivata il 20 maggio. Il giorno prima c’era finito il marito poi dimesso a luglio. Lui si era salvato, la moglie no. L’indagine a carico dell’ex medico, coordinata dalla pm Irene Bilotta, è emersa solo adesso che la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Profili (rimasto sempre a piede libero) ed è stata fissata l’udienza preliminare che si terrà il 5 giugno davanti al giudice Alberto Pallucchini. Le accuse sono tutte da dimostrare e stando alla difesa di Profili in casa della coppia, sposata da tanti anni, senza figli, il nitrito di sodio non è stato mai trovato. Nemmeno il vedovo si spiega cosa sia successo e respinge le accuse. Le indagini della Procura si sono basate sugli esiti dell’autopsia e sulle testimonianze del fratello della vittima e di un informatico che in casa di Profili avrebbe visto, molte settimane prima del doppio malore, una boccetta con scritto nitrito di sodio nascosta in un mobiletto del computer. Il tecnico sarebbe stato due volte a casa di marito e moglie, un’anziana con gravi problemi di salute costretta a letto, non più autosufficiente. La prima per un problema ai contatori dell’abitazione e la seconda per un corto circuito che aveva messo fuori uso il computer dell’ex dottore.

La prima volta il tecnico avrebbe visto Profili con la boccetta in mano, poi subito riposta nel mobile del pc. Avendo confidenza con il fratello della vittima, che gli avrebbe confidato di strani comportamenti in casa da parte del genero, si era insospettito. Tornato la seconda volta avrebbe fatto una foto alla boccetta, ancora riposta nel mobile. Dal computer che aveva dovuto riavviare (poi sequestrato) avrebbe trovato ricerche sull’acquisto del nitrito di sodio che in grandi dosi è mortale. Lo stesso Profili avrebbe scritto una lettera al medico di famiglia, parlando della salute della moglie ormai compromessa, dicendogli che aveva trovato una soluzione definitiva per la consorte. Lo scritto sarebbe agli atti come anche le foto della boccetta. La concentrazione trovava nel sangue della vittima sarebbe stata al 95%, un autentico veleno. L’ipotesi della Procura è che sia stato aggiunto alle medicine che il marito preparava ogni giorno alla moglie malata.