SILVIA SANTINI
Cronaca

Il fronte Fedrigoni. Il sindaco va in trincea: "E’ un altro terremoto. Giù le mani dal marchio"

Intervista a Daniela Ghergo: "L’accordo per la licenza al gruppo tedesco è una ferita. Non siamo disponibili a subire le conseguenze di scelte scellerate: sarà battaglia".

Intervista a Daniela Ghergo: "L’accordo per la licenza al gruppo tedesco è una ferita. Non siamo disponibili a subire le conseguenze di scelte scellerate: sarà battaglia".

Intervista a Daniela Ghergo: "L’accordo per la licenza al gruppo tedesco è una ferita. Non siamo disponibili a subire le conseguenze di scelte scellerate: sarà battaglia".

di Silvia Santini

Fabriano è la carta. Ce l’ha impresso nel nome, nella storia. Lo sa bene il sindaco Daniela Ghergo che dice di voler dare battaglia, fino alla fine, anche nelle sedi legali per il caso Fedrigoni. Si è già mossa, anzi, non ha perso tempo. Quello che si sta vivendo oggi nel distretto lo definisce come una scossa sismica.

Com’è Fabriano oggi?

"Ferita. In questi giorni più che mai dopo che il gruppo Fedrigoni, dopo aver chiuso lo scorso dicembre la società Giano 1264 lasciando a casa decine di lavoratori, motivando la scelta con la perdita di profitto ingenerata dalla produzione di carta da ufficio, ha concesso l’uso del marchio Fabriano per far produrre la medesima carta ad una società tedesca, che, evidentemente, da tale produzione i profitti li ricava".

Cosa vi spinge?

"Deve essere chiaro che difenderemo il nome della nostra città e impediremo il suo sfruttamento per produzioni che utilizzino la denominazione Fabriano a fini commerciali come marchio di carte prodotte in altri territori, addirittura all’estero".

Cosa state facendo come Comune?

"Non siamo disponibili a subire le conseguenze di scelte scellerate che avvengono a vantaggio di imprese straniere senza che le istituzioni governative e regionali siano state finora in grado di porre argini o condizioni. Confidiamo che riusciranno a gestire queste vicende nell’interesse dei nostri lavoratori e dei nostri territori".

Che cosa rappresenta la carta per Fabriano?

"La carta e Fabriano sono un’unica identità. Per tale ragione ho già conferito mandato legale per valutare ogni azione esperibile per tutelare e difendere il nome di Fabriano e la dignità di una produzione secolare simbolo del Made in Italy, che non può essere svilita da logiche di profitto puramente commerciali che nulla hanno a che vedere con la nostra storia e la nostra tradizione".

Cosa avevate chiesto a Fedrigoni?

"Fin dall’inizio della vicenda Giano, nell’ottobre scorso, abbiamo fatto presente al management Fedrigoni che non avremmo accettato operazioni speculative sul nome e sull’uso del marchio ’Fabriano’. Non mi pare abbiano portato rispetto".

Come sono i fabrianesi?

"Forti e lo dimostrano ogni giorno. Adesso serve un patto sociale di tutte le forze produttive, economiche e sociali del territorio in cui ciascuna dia il proprio contributo per risollevare un distretto industriale che ha in sé competenze e potenzialità per riprendersi e tornare ad essere la locomotiva industriale delle aree interne e della regione". Come esce Fabriano dalle crisi Beko e Fedrigoni?

"Dico solo che questo è un altro terremoto, stavolta sociale ed economico ma dagli effetti potenzialmente devastanti. Le crisi Beko e Fedrigoni hanno un impatto importante sulla città. Ieri dal Ministero delle Imprese non sono arrivati segnali confortanti sulla vertenza Beko, l’azienda non sembra recedere rispetto al numero di lavoratori in esubero che sono stati annunciati settimane fa".